ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Poggibonsi, tradizioni e leggende

Da San Lucchese a Strozzavolpe: gli studenti alla scoperta di usanze e storie misteriose della loro cittĂ 

Poggibonsi all’apparenza può sembrare solo una città moderna, invece cela tradizioni e leggende che ispirano mistero e curiosità: tra le più conosciute quelle di San Lucchese, patrono della Città e quelle del castello di Strozzavolpe. La vita di Lucchese insieme alla moglie Buonadonna non era quella di un Santo: entrambi portavano avanti una florida attività commerciale ed erano conosciuti per la loro avarizia. La morte prematura dei figli e l’incontro con Francesco d’Assisi cambiò la loro vita: si avvicinarono così tanto alla fede da chiedere al Santo una Regola anche per i laici sposati. Nacque così il Terz’ordine francescano, di cui furono i primi testimoni. La tradizione popolare avvolge di mistero la morte dei due coniugi, avvenuta il 28 aprile: al funerale, nonostante il violento acquazzone, la pioggia non bagnò né le bare, né i presenti. La festa in suo onore è sentita dai poggibonsesi: le nostre nonne erano solite sfoggiare l’abito più nuovo per quel giorno! Peculiare è la giornata della vigilia, ovvero il 27 aprile: i ragazzi divisi secondo i quartieri della città, accumulano lungo il fiume Staggia diverse cataste di legna raccolte nei giorni precedenti, con l’obiettivo di creare quella più alta per poi accenderla. Per buon augurio, i poggibonsesi attendono la pioggia tra la festa del Patrono e la Madonna di Romituzzo (prima domenica di maggio),perché non si devono mischiare le polveri “tra San Lucchese e Romituzzo polvere bagnata, annata fortunata”. Un altro simbolo della città, il castello di Strozzavolpe, è anche esso luogo di leggende. Quando il principe ordinò di costruire questo castello medievale (XI sec) mandò sull’altura i suoi servi e i suoi cavalieri che tornarono indietro terrorizzati, perché una grossa volpe li aveva attaccati. Cominciò la caccia all’animale, ma la volpe riusciva sempre a fuggire e dalla sua bocca uscivano fiamme. Persino le frecce non riuscivano a colpirla. Finché la bestia arrampicata sull’albero, venne colpita da un laccio tirato dal principe.

Il mago di corte profetizzò che il castello sarebbe caduto quando i vermi avrebbero disintegrato la bestia, allora il principe ordinò che fosse resa eterna, ricoprendola di oro e murandola nel castello. Leggenda vuole che nelle notti di luna piena la volpe esca dal castello e si aggiri nei dintorni. All’interno del castello, potrebbero manifestarsi i lamenti di Cassandra de Franceschi, moglie di Ser Giannozzo da Cepparello: nella famosa camera rossa venne trovata dal marito in compagnia di un paggio, suo amante. Il marito pensò bene di dar loro un’esemplare punizione, ossia murarli dopo averli fatti morire di fame mentre lui banchettava nella camera di fianco.

Ironia della sorte, questa stanza oggi è una cucina!

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