ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola secondaria di primo grado Piero della Francesca di Firenze (FI)

Giocare al passo con i tempi

Generazioni a confronto: i giochi di ieri e di oggi. Dalla fantasia al preconfezionamento

Giocare per gli adulti può sembrare banale, ma per i ragazzi non è così: li aiuta a crescere e a socializzare. In passato ai nostri nonni bastava veramente poco per divertirsi: con un po’ di gesso, dei rametti e qualche rotellina presa per strada, creavano i loro giochi con fantasia, creatività e immaginazione. Si riunivano nei cortili vicini o per strada, a giocare con gli amici e, siccome non possedevano molti giochi, li costruivano da sé: aeroplanini, moto, monopattini o se li inventavano. Non solo non avevano la nostra stessa abbondanza di cose, ma, arrangiandosi, si divertivano più di noi che abbiamo tutto. Si correva nei parchi e nelle campagne, ci si arrampicava sugli alberi facendo a gara a chi arrivava prima in cima e si tornava a casa sporchi e con le ginocchia sbucciate, ma felici.

Anche in spiaggia, non avevano tanti secchielli e palette: scava-vano buche e costruivano castelli con le loro mani.

Noi giovani di oggi, conosciamo un sentimento che i nostri nonni provavano raramente: la noia! L’essere accontentati sempre con giochi preconfezionati, porta a stancarci subito e a volerne sempre di nuovi. Molti nostri coetanei per divertirsi trascorrono diverse ore sullo schermo per giocare con persone sconosciute online, sostenendo che sia più interessante rispetto ai passatempi nella vita dei nostri nonni, prima dell’avvento di Internet e delle moderne tecnologie. La nostra generazione è fortunata grazie alla disponibilità e all’accessibilità di diversi strumenti digitali.

Ma siamo davvero sicuri che la tecnologia costituisca un vero divertimento nella nostra quotidianità? Prima dell’invenzione di Internet i ragazzi dovevano crearsi dei divertimenti utilizzando la propria immaginazione, a differenza di oggi, dove il videogame è immediato e bisogna solo saper maneggiare abilmente il joystick, schiacciando i pulsanti e manovrando il proprio personaggio.

Stare davanti ai computer è diventata un’ossessione per i ragazzi che giocano e rigiocano all’infinito cercando di vincere.

La vittoria è spesso solo un pretesto per vantarsi e se perdono le conseguenze a volte sono drammatiche e possono influenzare il loro stato d’animo. Tutto ciò ha influenzato anche il nostro modo di essere: oggi si vivono le relazioni in modo più distaccato, soprattutto perché virtualmente non si hanno le stesse relazioni che si hanno in presenza.

L’unica cosa che riusciamo a guardare è lo schermo di un telefono o di un videogame, non lo sguardo delle persone accanto a noi.

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