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C’era una volta il lago Tiberino

Raggiunse la sua massima estensione circa due milioni di anni fa. Il bacino ha lasciato molte testimonianze...

Un grande lago ricopriva il territorio dove oggi c’è Tavernelle e Pietrafitta: il lago Tiberino, che ebbe origine circa due milioni di anni fa. Si è creato grazie all’innalzamento di alcune catene montuose. Esso ricopriva gran parte del territorio dell’Umbria, da Città di Castello fino a Terni occupando anche i luoghi in cui oggi sorgono gli insediamenti di Tavernelle, Pietrafitta.

E’ stato il lago più grande e profondo dell’intera penisola. Era un lago di acqua salata dalla forma di una “y” rovesciata; molto evidenti erano le due ramificazioni, di manzoniana memoria, che l’acqua formava. Raggiunse la sua massima estensione circa 1.5 milioni di anni fa, arrivando ad una profondità di 1000 metri nella parte occidentale. Il clima fu particolarmente importante per lo sviluppo del lago, causando alterni periodi di piene e periodi di abbassamento delle acque. Il territorio risultò perciò paludoso con acqua salmastra e piante che si adattarono al territorio ed al clima.

I corsi d’acqua che scendevano dalle montagne andavano ad alimentare il lago, portando anche con sé detriti che venivano accumulati e poi lasciati nelle sue sponde quando la velocità dell’acqua diminuiva. Questo lago si è ritirato in seguito a dei movimenti tettonici ed ai cambiamenti climatici che modificarono tutto il territorio. Infatti molte città che si trovano in collina per esempio Perugia e Foligno non sarebbero mai sorte se le acque del lago Tiberino non si fossero ritirate. Ancora oggi, nel nostro territorio, si possono reperire segni e reperti sia di origine vegetale che animale della sua esistenza. Il prosciugamento del lago ha portato al ritrovamento di molti fossili animali e vegetali, la lignite, in particolare nelle zone di Tavernelle e Pietrafitta, reperti importanti che hanno dato vita alla miniera, a cielo aperto, di lignite che venne utilizzata prima, semplicemente per riscaldare le case poi fu costruita una centrale termo elettrica per la produzione di energia.

L’insediamento della centrale ha portato ad un importante sviluppo economico per tutta la vallata del Nestore. Ancora oggi nel nostro territorio si possono trovare segni e reperti della sua esistenza. Ormai è chiaro: i luoghi in cui viviamo sono preziosi, ricchi di storia, cultura che potrebbero divenire ricchezza per il nostro futuro. Un esempio, è il Museo paleontologico di Pietrafitta. Tutto iniziò nel 1966, quando Luigi Boldrini trovò il primo fossile: una tibia di Leptobos, un animale preistorico simile ad un’antilope. Reperto su reperto conservato in garage fino al 2011 quando la collezione fu collocata finalmente in un Museo.

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