ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

La Val d’Orcia, una terra d’autore

Plasmata nei secoli dalla mano dell’uomo, raro equilibrio fra incanto e qualità agroalimentare

Da sempre l’uomo ha cercato di piegare alle proprie necessità il territorio in cui abita. E spesso ha fatto danni, anche irreparabili. Al contrario, l’adattamento alle esigenze umane ha reso la Val d’Orcia un luogo in cui uomo e natura s’intersecano fra loro senza sovrapporsi. La geometria delle colture e dei cipressi, le luci dei tramonti, la bellezza dei centri storici, le feste tradizionali vive e sentite, la tranquillità del vivere si aggiungono a una tradizione agroalimentare in cui i numerosi prodotti, spesso biologici, permettono la preparazione di piatti ottimi e sani.

Il risultato: una qualità di vita davvero alta. Il territorio della Val d’Orcia è composto da cinque comuni (Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d’Orcia) e nel 2004èstatoriconosciutodall’Unesco come Patrimonio dell’umanità, «eccezionale esempio del ridisegno del paesaggio del pre-Rinascimento, che illustra gli ideali del buon governo e la ricerca estetica che ne ha guidato la concezione». Molti luoghi sono divenuti icone: i «Cipressini», la cappella di Vitaleta, la Piazza delle Sorgenti, la strada della Foce, il centro ’ideale’ di Pienza, l’Abbazia di Sant’Antimo, e poi le rocche di Radicofani e di Tentennano, e potremmo continuare. Un contesto ideale per molti celebri film: il Gladiatore, Fratello Sole Sorella Luna, Nostalghia, lo sceneggiato I Medici. Ma questa terra non è sempre stata così: fino alla metà del secolo scorso era più brulla, con calanchi e colline meno morbide di oggi. E’ l’uomo, l’agricoltore, che col suo lavoro quotidiano e rispetto-so l’ha modificata nel corso dei secoli e ben governata. Fin dal Medioevo, come ci ricorda l’affresco del «Buon Governo in campagna» del Lorenzetti. Un lavoro, quello degli agricoltori, che oltre a mantenere un paesaggio bello e ammirato produce assolute eccellenze agroalimentari. I vini, come il Brunello di Montalcino e il vino Orcia, l’olio extravergine d’oliva e poi pasta, formaggi, zafferano, grani antichi. Si allevano bovini e suini (la cinta senese) e le pecore che danno il latte per il pregiato pecorino di Pienza. Le numerose aziende, molte biologiche, mettono al primo posto la qualità producendo alimenti sani e profondamente radicati nella storia del territorio. Di qui i piatti caratteristici, gustosi ma salutari, che uniti al paesaggio e alle sempre migliori strutture di accoglienza (alberghi e terme d’antica storia, agriturismi e B&B) attraggono turisti in cerca di un’esperienza completa e rilassante. Numerose feste e sagre arricchiscono il territorio e tengono vive le tradizioni. Ma forse la maniera migliore per vivere questa terra è scoprirla lentamente, in bici o passo dopo passo, come i pellegrini sull’antica Via Francigena.

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