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Ucraina, all’improvviso il terrore

Kennedy ha detto: «L’umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all’umanità»

La guerra è uno degli eventi più terribili che possa colpire un Paese. Sin dall’antichità il desiderio di conquista, per ragioni economiche e politiche, ha spinto i popoli a scontrarsi causando violenza e morte. Le prime tracce di scontri armati risalgono addirittura a 13.000 anni fa, quando a Jebel Sahaba, in Sudan, furono seppelliti centinaia di cadaveri.

Perché avvengono le guerre? Ogni conflitto ha una sua ragione specifica, legata al periodo storico nel quale scoppia, alle condizioni economico-sociali dell’area geografica coinvolta.

Schematizzando, possiamo distinguere due tipi di cause: accidentali o legate a fattori economici, politici, etnici o religiosi.

Le conseguenze, però, sono sempre drammatiche. Dopo la Grande Guerra, ad esempio, nella maggior parte dei Paesi europei si insediarono feroci dittature, ci furono morti; alla fine a pagare il prezzo della guerra furono i civili, che combatterono, vedendo morire i propri figli. Nel tempo sono cambiate le armi e il modo di fare guerra, ma le sofferenze no. Ne è un esempio anche quest’ultima guerra che da un mese si combatte in Ucraina dopo l’invasione russa. Il conflitto ha origini profonde, che risalgono in parte al 1991, quando fu sciolta formalmente l’URSS. Da allora i rapporti tra la Russia e l’Ucraina sono stati cordiali, fino al 2014, quando venne eletto il presidente Juščenko, favorevole all’avvicinamento del paese alla Nato e all’Europa. Nel 2010 venne inoltre fondato il movimento Euromaidan, favorevole all’ingresso nell’UE. La Russia reagì iniziando l’occupazione della regione della Crimea il 20 febbraio 2014, che terminò il 15 maggio con un referendum (considerato illegale dall’Ucraina, dall’UE e dagli USA) che portò alla sua annessione. Un mese dopo Putin iniziò a incoraggiare la rivolta dei separatisti del Donbass, regione del Sud-est ucraino. Questo conflitto dura ormai da otto anni e ha causato la morte di circa 14 mila persone. Allora perché il presidente russo ha ordinato l’invasione dell’Ucraina? Una delle risposte sta nella legge emanata dal presidente ucraino Zelensky, che vieta a 13 oligarchi di possedere dei media per influenzare la politica, colpendo uno stretto collaboratore di Putin. Questo ha dato l’inizio, il 24 febbraio, ad una guerra che si pensava impossibile e che fino ad oggi ha causato la morte di migliaia di persone e un fenomeno migratorio di enorme portata, che coinvolge soprattutto giovani, donne e bambini. Noi, di fronte a ciò che sta accadendo, ci chiediamo: Cosa rimarrà di questo Paese così duramente colpito? Le persone fuggite dalla guerra potranno tornare mai nelle loro case? Al di là dell’esito della guerra, quale sarà il futuro di queste persone e del loro Paese?

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