ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Il fascino imperituro delle Olimpiadi

La storia della più antica manifestazione sportiva. Il motto è: «L’importante non è vincere ma partecipare»

Nell’antica Grecia i giochi olimpici nacquero nel 776 a. C. come giochi pagani svolti in onore di Zeus. Erano aperti ai soli uomini liberi, gli schiavi e le donne non potevano partecipare, avevano una durata di cinque giorni, in cui veniva stipulata la cosiddetta tregua olimpica, qualsiasi conflitto veniva interrotto.

Le prove svolte erano: il pugilato, la corsa, la corsa con i cavalli, il pentathlon, che comprendeva il salto in lungo, la lotta, il lancio del giavellotto e del disco. I giochiolimpiciraggiunserol’apice verso la fine del V secolo a.C. e proseguirono per tutta l’epoca romana, fino al 393 d.C.,quandofuronovietatidall’imperatore romano cristianizzato Teodosio I, perché ritenuti uno spettacolo pagano.

Con la scoperta, nel corso dell’Ottocento,dellerovinedell’antica città di Olimpia, si rin-novò l’interesse per lo spirito dei giochi dell’antichità. Pierre de Coubertin, pedagogista e sociologo, riuscì a riproporre i giochi sia come parte di un più ampio discorso sull’importanza dello sport nella formazione dei giovani, sia come strumento di pace tra i popoli.

I primi giochi olimpici dell’Eramoderna si svolsero ad Atene nel 1896, parteciparono 250 atleti in rappresentanza di 13 dei 21 paesi che avevano inizialmente aderito all’iniziativa. Lo stadio venne costruito sul modello di quello antico di Olimpia e dal 1912 le Olimpiadi iniziarono ad avere un’organizzazione stabile ed efficiente con un re-golamento ed un simbolo: la bandiera con i cinque cerchi di colore diverso, intrecciati tra loro a simboleggiare l’unione dei popoli dei cinque continenti (il blu rappresenta l’Oceania, il nero l’Africa, il rosso l’America, il giallo l’Asia e il verde l’Europa) e la fiamma olimpica con il percorso dei tedofori, metafora dei valori positivi associati allo sport.

Da allora le Olimpiadi si svolgono ogni quattro anni, fatta eccezione l’interruzione delle due Guerre mondiali, e raccolgono sotto un’unica bandiera atleti provenienti da quasi tutti i paesi del mondo. Nel 1960 sono state organizzate per la prima volta a Roma le Paraolimpiadi, manifestazione sportiva internazionale dedicata agli atleti con disabilità fisica. Le Olimpiadi rappresentano ancora oggi la più grande manifestazione sportiva del mondo, sono la massima espressione dei valori dello sport, partecipazione, rispetto, amicizia, lealtà, incoraggiano l’abbattimento di ogni barriera o confine tra i popoli e, per un atleta, una medaglia olimpica ha un sapore assolutamente diverso da qualsiasi altro successo sportivo.«Niente paura, niente paura»: questo motto dovrebbe ripeterlo a sé stesso ogni atleta perché per raggiungere un obiettivo al posto della paura ci vuole coraggio. Il coraggio di mettersi in gioco e non scoraggiarsi di fronte ad un fallimento perché alla fine, quello che conta è partecipare, divertirsi ed emozionare chi ci segue dalle tribune di un palazzetto o di uno stadio o da casa, attraverso la televisione.

Soddisfazione,gratificazione,felicitĂ …quella vera, quella che si sente nel cuore e che fa dimenticare tutti i sacrifici che un atleta deve affrontare per partecipare ad un evento così importante come le Olimpiadi.Vittorio afferma che se fosse un atleta olimpico sarebbe un pallavolista, Daniele un ciclista e Claudio sarebbe pronto a gettarsi in piscina e, senz’altro, darebbe il meglio di sĂ©. Alice metterebbe in pratica il sogno di suo padre: giocare nella nazionale di calcio femminile! E poi che dire della scherma, della pallacanestro, equitazione… sono tantissime le discipline olimpiche in cui gli atleti si mettono alla prova con determinazione, lealtĂ  e correttezza. Sì perchĂ© nello sport bisogna avere rispetto non solo delle regole ma anche degli avversari: lo sport unisce e deve essere vissuto come libertĂ , uguaglianza e fratellanzatra persone di diversa provenienza e cultura. Lo sport visto dai ragazzi è senza dubbio il mezzo piĂą sano e genuino per esprimere se stessi, i propri punti di forza ma anche di debolezza. ..e come dice Matteo «nello sport anche chi perde vince».

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