ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Come includere la parte migliore!

Mille idee ed attività per valorizzare le persone che siamo e che diventeremo in futuro: noi studenti a confronto

La parte migliore di ognuno di noi è ciò che ci rende diversi dalle altre persone. È un lato che, spesso, è nascosto nel profondo del nostro cuore e non riusciamo a tirare fuori. È proprio il cuore che, indipendentemente da chi abbiamo di fronte, dovrebbe aiutarci a non esprimere giudizi affrettati e superficiali.

Per comprendere questo tema, la nostra classe ha guardato il video intitolato «La parte migliore», realizzato da una scuola superiore e vincitore del concorso“IgiovaniricordanolaShoah”. Il protagonista, un ragazzo di origini marocchine, viene preso in giro, offeso e trattato come se il colore della sua pelle e la sua cultura lo rendessero inferiore ai compagni di classe. Il video affronta due tematiche importanti: il razzismo e il genocidio degli ebrei. In questo triennio abbiamo analizzato anche altri film, letto brani e racconti che hanno suscitato in noimolte riflessioni, anche emotive, finalizzate ad abbattere quel “muro di silenzio” che in molti casi non ci permette di cambiare il nostro modo di pensare.

La nostra scuola si impegna, attraverso vari progetti, per il successo scolastico di noi studenti con particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, anche attraverso la pre-venzione di forme di bullismo e di cyberbullismo.

Ma in che modo? Ogni anno, vengono eletti due alunni per classe chiamati “Sentinelle antibullismo” che, dopo aver seguito un percorso di formazione sui temi dell’accoglienza, della comunicazione efficace, dello sviluppo dell’empatia, hanno il compito di controllare che nonsi verifichino episodi di violenza fisica e/o psichica tra compagni. Abbiamo costruito una “scatola delle prepotenze” in cui inserire bigliettini anonimi per segnalare episodi di bullismo o qualsiasi forma di disagio vista e/o subita. Tutte le classi hanno partecipato ad incontri mirati con Maya Bacci e letto testimonianze di ragazzi vittime di questi terribili atti e pregiudizi.

Ma cosa abbiamo compreso davvero? Abbiamo imparato a vedere che dietro una vittima, che spesso appare silente, c’è un mondo emotivo di dolore. E abbiamo capito, con una certa meraviglia, che gli osservatori di queste situazioni hanno un ruolo chiave nel determinare la fine del fenomeno stesso.

E allora ci siamo chiesti cosa possiamo ancora fare per valorizzare la parte migliore di ognuno di noi: «È necessario – come ci consiglia la professoressa Linda Faralli – parlare costantemente, sia tra noi che con gli adulti per costruire relazioni affettive importanti. Molto spesso ci mostriamo forti, ma abbiamo paura di affrontare queste tematiche e a volte, addirittura, ci sentiamo impotenti di fronte ai soprusi e alla non inclusione».

Votazioni CHIUSE
Voti: 13

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