ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Il cinema-teatro diffonde la cultura nel borgo

Intervista a Elisabetta Dini, attrice creativa e coraggiosa che ha scelto di aprire uno spazio intellettuale a Monzone in Lunigiana

Henri Matisse, uno dei più noti artisti francesi del XX secolo, disse: “La creatività richiede coraggio”. Queste parole si adattano perfettamente alla storia di Elisabetta Dini, giovane regista, attrice e sceneggiatrice, originaria di Monzone, che ha scelto di mettere il suo talento a disposizione della città, ricca di maggiori opportunità per lei. Ha deciso, invece, e qui ritorniamo comunità, di diffondere arte e cultura, organizzando spettacoli, cineforum, dibattiti, scrivendo commedie per adulti e bambini, collaborando con le scuole di ogni ordine e grado a progetti ed elaborati, alla realizzazione di filmati e video (ad esempio “Ci salvarono gli alberi”, documentario vincitore di numerosi premi a livello nazionale). Betta, così la conoscono tutti, è riuscita a “contagiare” con la sua passione il pubblico, a far ridere e riflettere molte persone. Brillante e comunicativa, sempre disponibile a mettersi in gioco e a collaborare, ha richiamato a Fivizzano attori famosi. Avrebbe potuto scegliere la strada più semplice, invece ha avuto il coraggio di rimanere qui, di aprire uno “spaccio culturale”, nel cuore del borgo in cui è nata. L’abbiamo incontrata nel suo cinema-teatro, per farle qualche domanda e conoscere meglio la sua storia. Ci accoglie con il suo sorriso contagioso e quella luce negli occhi, di chi ha realizzato ciò in cui credeva, di chi ogni giorno lavora con passione e ama ciò che fa.

A quale età hai iniziato ad avvicinarti al cinema? «Sogno il lavoro di attrice da quando ero bambina. Dopo le scuole medie, ho scelto il liceo artistico e ho frequentato numerosi corsi di recitazione».

Come ti è venuta l’idea di aprire un teatro? «Dopo gli studi, ho deciso di fare una follia: aprire un teatro, qui a Monzone. Lo volevo per me, ma anche per tutti gli abitanti del mio paese».

Cosa provi al pensiero di essere stata la prima, dopo molti anni, ad aprire un cinema-teatro a Monzone e nel tuo Comune? «Essendo stata la prima a fare una cosa del genere, mi sono sentita particolarmente sola. Non è stato facile, molte persone inizialmente non hanno compreso questo lavoro. Oggi posso dire di aver ottenuto molte soddisfazioni. Ad ogni spettacolo c’è un pubblico numeroso, che apprezza le mie “creazioni”, le quali richiedono tanto tempo e impegno».

Come ti senti prima di uno spettacolo? «Prima di entrare in scena, provo molta ansia. Appena salgo sul palco, però, la tensione se ne va e mi sento me stessa».

Qual è il tuo sogno? «Far parte di un film vero e proprio».

Il teatro per te è una passione o un mestiere? «Entrambi. Questo lavoro è spesso sottovalutato ma, come già detto, richiede tempo ed impegno.

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