ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Istituto Suore Mantellate di Pistoia (PT)

Riportiamo Marini nella sua Pistoia

Leporatti, coordinatore del progetto che ha coinvolto le scuole: «Un artista è sempre ambasciatore di bene»

Marco Leporatti, coordinatore del progetto «Caro Marino ti penso…», al quale alcune classi della nostra scuola hanno partecipato, l’8 febbraio ci è venuto a trovare e ci ha rilasciato quest’intervista.

Da cosa le è venuta l’idea di allestire questa mostra? «Speravo di ravvivare l’attenzione su un presidio culturale come il nostro museo Marini, che ospitava, oltre alle opere di Marino, spazi per eventi e i laboratori per bambini. La riapertura del museo sanerebbe il torto fatto nei confronti dei cittadini e dei turisti di Pistoia».

Chi è Marino Marini per lei? «È un meraviglioso ambasciatore del mio territorio; credo che gli artisti riconosciuti ed internazionali come lui siano ambasciatori del bene. Pensate a Venezia: i turisti che accedono a Palazzo Vernier, bellissima sede della fondazione Peggy Guggenheim, dal Canal Grande, sono accolti da una statua di Marino Marini! Perché noi, che lo abbiamo sotto casa, non possiamo invece vederlo?».

Quali erano le sue aspettative per questa mostra? Sono state rispettate? «Credo che progetti come questo vadano intrapresi sperando nel meglio, ma senza preoccuparsi troppo dell’esito: era la co-sa giusta da fare. Sono grato per il vostro contributo e confermo che le mie aspettative sono state non solo rispettate ma superate di gran lunga».

Ha già fatto altri lavori di questo tipo? «In passato ho lavorato per l’associazione ARCI, organizzando molte mostre, ad esempio un’esposizione sui migranti all’interno del chiostro di San Lorenzo. Più di recente mi sono occupato di una mostra presso le Ville Sbertoli (ex manicomio), incentrata sulle proprietà curative dell’arte come linguaggio universale».

Quanto pensa sarebbe importante per la riapertura del museo Marino Marini? «Ritengo che tutti gli spazi culturali siano importanti, come ha sostenuto Eike Schmidt, direttore degli Uffizi durante la visita al museo prima che chiudesse, in accordo con quell’idea fantastica, promossa dal Ministero della Cultura, di decentralizzare l’arte in vari musei sparsi sul territorio. Questo progetto ha un valore educativo e curativo: la gente civilizzata e colta ha più anticorpi contro tutto il brutto che accade. Impegnatevi a mantenere la curiosità verso le cose, perché preserva dalla parte negativa della vita. Il museo tornerebbe ad accogliere chiunque arrivi a Pistoia: sfruttando i laboratori interattivi, aperti nel 1983 da Mercedes Pedrazzini, vedova di Marini, vi si potrebbero ripristinare i percorsi tattili per i non vedenti e potenziarli con progetti di supporto emozionale per le persone con disturbi mentali».

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