ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Noi, il cibo e il nostro pianeta

Un progetto per educare i ragazzi alla comprensione più ampia del presente, a partire dai gesti più scontati

Fare merenda la mattina a ricreazione: dopo due ore di lezione un momento di relax, di gioia e di condivisione che serve a noi ragazzi per socializzare e recuperare energie. Protagonista di questo momento tanto atteso è il cibo. Già il cibo, quell’elemento indispensabile a cui siamo molto abituati e a cui non facciamo nemmeno più caso tanto lo diamo per scontato. Ebbene, nell’ambito dei Progetti “Noi, il cibo e il nostro Pianeta” e “Steam”, che vogliono educare i ragazzi alla comprensione più ampia del presente, abbiamo voluto soffermarci su questo particolare aspetto della quotidianità dell’uomo appartenente alla cultura universale.

Pensiamoci: cosa è il cibo? La parola è piena di significati antichi e moderni, biologici, sociali, culturali. Cibo significa alimentazione, certo, ma è anche un ponte tra le persone e le culture. Esso ha a che fare con l’economia di una famiglia o di una nazione, ma anche con la globalizzazione dei prodotti, degli alimenti e delle culture che ne sono all’origine. Parlare del cibo e di tutte le sue implicazioni apre un mondo che la scuola non può ignorare, soprattutto oggi.

E’ certo che l’umanità non ha mai avuto così tanto cibo a disposizione come ai nostri giorni (anche se esistono sacche di povertà sparse per il mondo), ma sarà sempre così? Abbiamo studiato e riflettuto partendo dalla nostra esperienza di cittadini avendo chiaro il problema della sostenibilità ambientale. Scopriamo che entro il 2050, che ci vedrà adulti, la popolazione nel-le città raddoppierà e questo aprirà nuove sfide, richiedendo una rivoluzione alimentare radicale, per evitare che il semplice mangiare impatti sulla emissione dei gas serra e quindi sui cambiamenti climatici.

Per questo già da ora sono state create le politiche alimentari urbane, che trattano il cibo come parte integrante della pianificazione delle città. Il Milan Urban Food Policy Pact è un accordo tra i sindaci di 209 piccole città del mondo unite nel cercare sistemi alimentari locali più sostenibili ed economici. Più imponente è il C40 Good Food Cities, rete globale di megalopoli, che mira entro il 2030 ad avere meno sprechi e più sostenibilità in modo inclusivo ed equo. E non dimentichiamo la New Urban Agenda redatta a Quito (Ecuador)dalla Conferenza ONU Habitat III, che punta ad armonizzare tre elementi: inclusione sociale, sostenibilità economica e ambientale. Tutto questo nell’ottica di un maggiore dialogo tra campagna e città perché l’agricoltura e l’urbanizzazione crescano insieme. La loro connessione è fondamentale per migliorare la sicurezza alimentare del mondo.

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