ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Slow Food per un mondo che corre

Alla scoperta dell’economia circolare con Barbara Nappini, la presidente nazionale dell’associazione

Nel mondo attuale si sente spesso parlare di economia circolare, un modello di produzione che si impegna a riutilizzare gli scarti delle grandi produzioni per evitarne lo spreco, all’insegna della condivisione. Ma effettivamente cos’è? Per capire meglio siamo entrati nell’universo di Slow Food, intervistando la presidente dell’associazione, Barbara Nappini.

«Le parole chiave di Slow Food sono buono, pulito e giusto: un prodotto deve essere di qualità, sostenibile e corretto verso i lavoratori, nella produzione e nella commercializzazione. Il cibo che ci arriva dev’essere per tutti perché nel 2022 ancora un miliardo di persone non ha accesso a cibo sicuro», dichiara la presidente Nappini.

Come è iniziato il suo percorso in Slow Food? «Nel 2010 mi sono trasferita in campagna a causa di un evento familiare. Ho lasciato il settore della moda e ho intrapreso un’attività agricola. A questo punto, per crearmi una cerchia di amici e diffondere i valori di una vita sana ho fondato, grazie anche all’aiuto di mia madre, l’associazione ’Il grano e le rose’, che è diventata sempre più grande. Nel 2012 sono entrata in contatto con Slow Food Italia e in breve tempo sono diventata presidente e ho imparato a conoscere i valori del cibo a 360°».

Lei presidente cura anche la Biblioteca dei semi, che tutela la biodiversità delle piante. Ci può spiegare meglio? «Ogni persona può prendere in prestito dei semi, piantarli e, una volta sbocciato il nuovo fiore, prendere i semi dal frutto e riportarli alla biblioteca, in modo da evitarne l’estinzione e il congelamento».

Nel 2017 ha partecipato al Congresso Internazionale di Chengdu, in Cina, durante il quale si sono riuniti i rappresentanti delle associazioni Slow Food nel mondo. Cosa è successo?
Questo congresso doveva elaborare la Dichiarazione di Chengdu. Vedendola mi sono accorta che mancava una voce al femminile. Così, insieme ai miei colleghi e in particolare a Raffaella Grana, abbiamo iniziato a raccogliere firme da parte dei presenti. Sono state introdotte nella Dichiarazione poche righe che riconoscevano la dignità del fondamentale lavoro femminile quotidiano che passa purtroppo inosservato. Per questo ritengo strettamente necessaria la collaborazione con le altre associazioni no profit. Tra le future tappe di Slow Food ci sarà Terra Madre 2022, un congresso che si svolge ogni due anni a Torino. L’obiettivo finale è incrementare la diversità di Slow Food includendo più donne e giovani come voi».

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