ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Paese che vai, rito che trovi…

Studiando la geografia abbiamo scoperto alcune tradizioni sconvolgenti. Vittime, purtroppo, i bambini

Durante le ore di geografia abbiamo avuto modo di scoprire alcuni riti di passaggio molto particolari, dei quali non eravamo a conoscenza. Ma che cos’è precisamente un rito di passaggio? E’ un rituale in cui si stabilisce il cambiamento di un individuo da uno status socioculturale ad un altro. Iniziamo a parlare di certe cerimonie in alcune popolazioni africane. Precisamente nell’alto Zaire i Pigmei Bambuti, per segnare, appunto, l’attraversamento dall’infanzia all’età adulta, sottopongono i loro giovani a delle pratiche assai dolorose, che prevedono la limatura dei denti e la scarificazione. Nel primo caso gli incisivi ed i canini, per mezzo di uno strumento simile ad uno scalpello, sono resi più affilati. Tutto ciò per mettere alla prova il loro coraggio e la sopportazione alla sofferenza, visto che non viene eseguita alcuna anestesia. Per i Pigmei questa pratica conferirebbe al volto un’espressione di fierezza.

La scarificazione, invece, è un’incisione superficiale della cute che appare in rilievo in seguito alla cicatrizzazione. Tali simboli hanno sia un valore ornamentale che identificativo, ovvero non si limitano solo ad abbellire il corpo, ma anche a specificare il senso di appartenenza ad un clan. In Amazzonia, invece, i giovani maschi della tribù dei Satere Mawe, per poter entrare nel mondo degli adulti, devono indossare dei guanti particolari, all’interno dei quali si trovano decine di esemplari di formica proiettile, le quali prendono il nome dal dolore che il loro morso provoca grazie alle loro potenti mandibole. Durante la prova, dalla durata di almeno dieci minuti, i ragazzi devono riuscire a non piangere né a lamentarsi.

Un’altra tradizione alquanto singolare si pratica negli altopiani più interni della Nuova Guinea, dove ad ogni donna che perde il marito o un parente stretto viene amputata una falange del dito della mano. Da tempo immemorabile, nello stato di Karnataka, in India, ogni anno, nella prima settimana di dicembre, i nati durante quei dodici mesi vengono lasciati cadere dai tetti dei templi, mentre sotto si trovano i parenti che tengono teso un lenzuolo, pronto ad accoglierli. Secondo la cultura autoctona, tale iniziativa porterebbe forza e fortuna ai piccoli. Rimanendo nel sub-continente indiano, incontriamo la tribù cannibale degli Aghori. Famosi sono i monaci di questa società, i quali, oltre a cibarsi di carne umana, bevono da teschi di ossa, staccano a morsi le teste di animale e meditano sui cadaveri.

Rispetto a quanto avveniva in passato, grazie a campagne di sensibilizzazione nate sia a livello locale che internazionale, certe celebrazioni sono state abolite, per quanto in alcune zone isolate continuino ancora ad essere in uso.

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