Bullismo, ecco come sconfiggerlo
Il progetto «NoTrap» insegna a prevenire i comportamenti inadeguati favorendo il confronto
AVENZA Un grande ostacolo alla creazione di un clima sereno è rappresentato dal bullismo, cioè l’insieme di atti di violenza e prepotenza compiuti da ragazzi o ragazze nei confronti dei più deboli.
E’ fondamentale comprendere le cause e le caratteristiche di questi comportamenti violenti, per trovare modi per prevenire, combattere e denunciare questo fenomeno che rovina l’esperienza scolastica di molti studenti. Con la nostra scuola media Da Vinci-Leopardi di Avenza, abbiamo partecipato al progetto NoTRAP (Noncadiamointrappola!) che consiste nel limitare il bullismo in tutte le sue forme, ideato e promosso dall’Università di psicologia di Firenze che da diversi anni lo sta facendo conoscere nelle scuole della Toscana. E’ un programma di prevenzione del bullismo, cyberbullismo rivolto agli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Dai dati raccolti nel corso degli anni è stata dimostrata l’efficacia del progetto; infatti gli episodi, l’aggressività faccia a faccia e online sono diminuiti del 30%, riducendo la sofferenza delle vittime, migliorando il benessere dei ragazzi e delle ragazze. Il progetto cerca di coinvolgere gli alunni tra i 12 e i 16 anni, per prevenire comportamenti inadeguati: i ragazzi, sulla base di un modello di peer educator diventano gli attori del cambiamento, venendo sensibilizzati di fronte alla crescente violenza fisica e psicologica che essi subiscono quotidianamente. Il progetto consisteva in questo: nel nostro Istituto hanno partecipato tre classi seconde (B, D, F) che hanno avuto diversi incontri con gli esperti. Il primo svolto in entrambe le classi, ha avuto come obiettivo la spiegazione teorica: sono stati scelti 10 ragazzi volontari che hanno partecipato ad una formazione come peer educator e hanno dovuto guidare i compagni nello svolgimento dell’attività in classe.
La prima è consistita nel creare una mappa in cui sono state riportate emozioni, reazioni comportamentali e fisiologiche che possono nascere dopo episodi di bullismo: rabbia, vergogna, tristezza e paura. E’ seguita poi una riflessione sulle diverse emozioni che ognuno di noi può provare di fronte allo stesso episodio di violenza. Nel secondo step, problem solving, gli stessi si sono immedesimati nel ruolo della vittima o dello spettatore per aiutarlo a risolvere il problema. Durante l’esecuzione dell’attività in classe sono stati preparati dei cartelloni diventati oggetto di discussione e di confronto tanto da rendere gli alunni soggetti attivi nel caso ci si prospettasse ora o in futuro una situazione di bullismo.