ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Immigrazione, cause e conseguenze

Un fenomeno che è mutato molto nella storia così come la ragioni che la comportano

L’immigrazione è un movimento che caratterizza l’umanità sin dalle sue origini. Esso è il trasferimento sia temporaneo che definitivo di persone in un paese diverso da quello natale. Essa è principalmente di due tipologie, di infiltrazione, caratterizzata dallo spostamento di pochi individui, e di massa, quindi dallo spostamento di molte persone.

Le cause possono essere politiche, economiche, naturali o culturali. Nella preistoria gli uomini primitivi provenienti dall’Africa si spostavano a causa della scarsità di cibo o per il troppo caldo, ma con lo sviluppo della società questo fenomeno iniziò a presentarsi più frequentemente per motivi socio-politici. I grandi spostamenti furono protagonisti di gran parte della storia umana, come la migrazione nel continente americano e la sua conquista, verso la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV. Invece a seguito del boom economico degli anni ‘60, L’Eurasia è diventata principale meta di spostamenti di persone che invece, si trovavano in paesi ancora sottosviluppati. Nell’Unione Europea si registrano circa 35 milioni di immigrati, di cui 20 provenienti da paesi che non fanno parte dell’UE, e 15 che sono cittadini di paesi membri dell’UE ma che vivono in un altro di questi. Si concentrano principalmente in cinque paesi, tra cui l’Italia, in cui il maggior gruppo straniero è quello rumeno, seguito da quello albanese, marocchino, cinese e ucraino. Negli anni anni il numero di immigrati è aumentato radicalmente: da 75 milioni nel 1965, sono aumentati a 105 milioni negli anni ‘80, fino ad arrivare a 191 milioni nel 2005. Attualmente gli stati più sviluppati finanziariamente tendono a rifiutare i profughi, ritenendo che siano un peso economico. In realtà essi praticano lavori ritenuti sottopagati dal resto delle comunità, che però sono alla base dell’organizzazione sociale.

Inoltre vari studi dimostrano che la loro presenza in tali paesi “ringiovanisce” la popolazione, in quanto aumenta la percentuale di giovani, e contribuisce allo sviluppo della comunità dal punto di vista multiculturale: l’incontro e la fusione di molte culture e religioni permette l’abbattimento di tutti i pregiudizi elevati dalle persone, che limitano l’intera società a un mondo chiuso, senza scelta. In particolare i bambini, essendo il futuro dell’uomo, devono essere sensibilizzati affinché possano comprendere la gravità della situazione in alcuni paesi, per non rifiutare i profughi, ma accoglierli. Infatti i bambini talvolta sono vittime di discriminazioni, ma altrettante volte sono proprio i loro coetanei ad aiutarli per ripararsi da tutte le discriminazioni generate dalla comunità, cioè un comportamento che porta ad un trattamento non paritario, può essere di tipo etnico, culturale, religioso o politico.

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