ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Pandemia e disturbi alimentari

L’emergenza sanitaria Covid-19 ha aumentato la diffusione dei Dca, sopratutto tra i giovanissimi

PISA I disturbi della condotta alimentare (Dca) sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Esistono diversi tipi di Dca: l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa, i disturbi da alimentazione incontrollata, i disturbi alimentari non altrimenti specificati. L’anoressia comporta una restrizione alimentare, causata da una paura di ingrassare e da un’anomala percezione del proprio peso. La bulimia nervosa è caratterizzata da crisi bulimiche («abbuffate») a cui seguono comportamenti di compensazione finalizzati al controllo del peso. Il disturbo da alimentazione incontrollata si presenta con episodi di abbuffate senza però comportamenti compensativi, con conseguente aumento del peso. Il 15 marzo, in tutta Italia, si celebra la giornata del fiocchetto lilla, dedicata alla sensibilizzazione sul tema dei Dca. In tale occasione, il Cineca (Consorzio interuniversitario italiano) ha riportato un aggiornamento sui dati relativi ai disturbi alimentari: nei primi 6 mesi della pandemia i casi sono aumentati del 40% rispetto ai primi sei mesi del 2019. Nel 2020 sono stati riportati 2 milioni e 398749 casi diagnosticati ed è stato rilevato un aumento della diffusione dei disturbi alimentari anche tra i maschi. Il 30% dei casi ha un’età inferiore ai 14 anni. Inoltre, sono emerse nuove forme di disturbi: l’ortoressia (un’ossessione per il mangiare sano) e la drunkoressia (il digiunare per poter bere molto). La fascia di popolazione più colpita è quella compresa tra i 12 e i 15 anni, con esordi precoci anche tra gli 8 e i 9 anni. Le recenti indagini hanno dimostrato che la paura di non essere adatti agli standard imposti dalla società causa nuove forme di depressione, che a loro volta portano allo sviluppo di condotte alimentari patologiche. Gli individui che soffrono di disturbi dell’alimentazione vedono sconvolto ogni aspetto della loro esistenza, dalla sfera lavorativa a quella sociale e familiare. A volte il giudizio altrui non aiuta il soggetto che soffre di Dca a superare le difficoltà, ma può contribuire a peggiorare la sua condizione psicologica. Il primo passo per entrare in un percorso terapeutico è quello di rivolgersi al medico di base. Utile fruire del supporto dei centri accreditati (108 in Italia) dove l’approccio è multidisciplinare, cioè un percorso che vede la compartecipazione di diversi saperi scientifici.

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