ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Sos api: una drastica diminuzione

Pesticidi, inquinamento e cambiamento climatico sono i grandi nemici degli alveari e della loro salute

Le api giocano da sempre un ruolo essenziale nel nostro ecosistema: dal lavoro di impollinazione deriva la conservazione della flora (e indirettamente della fauna), nonché un terzo del nostro cibo; è solo grazie a loro che i nostri piatti si colorano di frutta e verdura in ogni stagione. Da anni, però, il numero di questi insetti diminuisce in modo preoccupante a causa dell’inquinamento, del cambiamento climatico e dell’uso sconsiderato di pesticidi. La contaminazione di aria e acqua è determinante per le api che non riescono a vivere in ambienti alterati e se ne allontanano diventando spie della criticità degli ambienti. Anche il cambiamento climatico svolge un ruolo di primo piano poiché i fenomeni estremi che ormai da anni si verificano (inverni brevi ma con grandi sbalzi di temperatura, una prolungata siccità, estati troppo calde) incidono sulle fioriture e sull’opera di impollinazione. Tra i grandi nemici di questi insetti dobbiamo aggiungere i pesticidi, spesso utilizzati nell’agricoltura intensiva per difendere piante e raccolti, ma estremamente nocivi per gli impollinatori. La presenza di acari come la varroa, che si attacca al corpo delle api indebolendole o di insetti come la vespa velutina, importata involontariamente dall’Asia e capace di uccidere interi alveari, rendono la situazione ancora più critica.

È ovvio che non possiamo più ignorare questa situazione, considerando che proprio noi umani abbiamo determinato certi squilibri ambientali attraverso pratiche sconsiderate. Quali le possibili soluzioni? È necessaria una migliore gestione del «cibo» delle api, evitando per esempio le monoculture che forniscono polline solo per brevi periodi. Tutti noi dobbiamo privilegiare nei nostri giardini (e, perché no, negli spazi aperti delle nostre scuole) le piante che producono più nettare, inserire siepi e fiori sui terrazzi di città, portare arnie e apiari anche nei centri urbani. Esempi interessanti ci vengono dall’Olanda e dalla Svezia dove le pensiline degli autobus sono state ricoperte di vegetazione per garantire nettare alle api. Come consumatori dobbiamo poi sostenere le coltivazioni biologiche che mettono al bando i pesticidi e favoriscono pratiche agricole pulite. Tutto questo porterà ad un risultato duraturo solo se, insieme alle operazioni dei governi per sostenere l’emergenza climatica, ciascuno di noi acquisirà una reale coscienza ecologica che si concretizzi in scelte quotidiane per salvare le api e con esse il nostro ecosistema.

Perché, come affermava Einstein, «se le api scomparissero, al pianeta resterebbero solo quattro anni di vita».

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