ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Miele, una storia dolce e millenaria

Un’approfondita ricerca ripercorre nascita ed evoluzione di uno tra gli alimenti più apprezzati nel mondo

A scuola abbiamo trattato l’argomento del miele, attraverso ricerche e intervistando un apicoltore locale che ci ha fatto scoprire molto sulle api e sul loro prezioso prodotto, alimento zuccherino che ottengono a partire dal nettare o dalla melata e che, da sempre, ha accompagnato la storia dell’uomo. Abbiamo scoperto che le api sono indispensabili per la nostra vita perché impollinano piante e fiori da cui ricaviamo gran parte della frutta e verdura di cui ci alimentiamo, e seguendo le varie fioriture, producono miele diverso oppure, se non trovano fiori, cercano nel bosco: esistono numerosi tipi di miele in base alla provenienza del nettare, al colore o a seconda del metodo di estrazione. Seguendo la fioritura, la “smielatura” avviene 2-3 volte l’anno dalla primavera alla fine di settembre, poi c’è il miele di bosco o di melata, di colo-re scuro, meno dolce rispetto a quello di nettare ma ricco di proprietà salutari: infatti la melata è una sostanza zuccherina secreta da alcuni insetti che si nutrono della linfa degli alberi perciò è molto ricca di sali minerali ed ha anche una forte azione antisettica e antibatterica.

La lunga dolce storia del miele inizia circa nel 5000 a.C., con le prime raffigurazioni di raccoglitori di favi con le api intorno, mentre i primi apicoltori sono stati gli Egizi, che lo apprezzavano molto: veniva usato come ingrediente sia per uso alimentare che medico contro i disturbi digestivi o in unguenti per ferite e veniva deposto in vasi a fianco delle mummie per il loro viaggio nell’aldilà. I Sumeri ne facevano creme unendolo all’argilla e olio, i Babilonesi focaccine con sesamo farina e datteri. Per i Greci e per Omero era simbolo di immortalità, cibo per gli dei e alimento di lunga vita. I Romani? lo usavano nella preparazione di dolci, birre e idromele, bevanda che si ottiene dalla sua fermentazione nell’acqua. Ma è nel medioevo di Carlo Magno che l’apicoltura ha fatto un salto di qualità: secondo un editto del 759 d.C. chiunque detenesse un podere era obbligato ad avere anche delle api e produrre miele e idromele. Sostituito poi dallo zucchero raffinato, oggi è stato riscoperto come dolcificante alternativo per le sue molteplici proprietà.

Abbiamo capito che c’è una forte relazione tra vegetazione, clima e tipologia di miele, ad esempio il miele Toscano si caratterizza per la sua specificità derivata dal territorio: le api in Toscana hanno la possibilità di andare sui monti a cercare fiori e poi possono tornare all’alveare vicino al mare. Da sempre la diversità territoriale della nostra regione, che consente molte varietà di piante e fiori, ha permesso un forte sviluppo dell’apicoltura: chi non apprezza i tipici deliziosi dolci senesi? Al nostro miele “che sa di mare” grazie alla qualità dell’ambiente, lontano da un eccessivo inquinamento e ai metodi artigianali, l’Unione Europea ha conferito la Denominazione di Origine Protetta: il Miele della Lunigiana Dop che viene prodotto in due tipologie, acacia e castagno.

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