ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

CPIA di Sarzana (SP: La Spezia)

La guerra distrugge, la guerra distrae

Il conflitto in corso porta a distogliere l’attenzione da questioni vitali, come l’aumento degli incidenti sul lavoro

È evidente: quando arriva una guerra, si tende a dimenticare tutto il resto. Il Covid, i femminicidi, le questioni etiche relative al fine-vita: tutte questioni passate in secondo piano, da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Anche le altre guerre che continuano altrove hanno perso centralità: non si parla più di Siria, Afghanistan e di altre 56 guerre che tormentano altrettante parti del mondo, come ci riferisce «Internazionale» nel suo numero del 18 marzo scorso, anche se altre fonti attendibili – l’Upssala conflict data program (Ucdp) – ne contano addirittura 169.

Tra gli argomenti «dimenticati» – sopraffatti da altre preoccupazioni correlate alla guerra, come il rincaro energetico o l’inflazione – c’è sicuramente la questione della sicurezza sul lavoro, nonostante l’anno sia cominciato con una tragica sequenza di incidenti mortali. Abbiamo assistito al crollo di gru, a cadute da tetti e da ponteggi, a lavoratori e lavoratrici fagocitati dagli ingranaggi, operai asfissiati all’interno di cisterne, schiacciati da lastre di marmo o di acciaio, vittime di incendi all’interno di magazzini o di fabbriche…D’altronde, girando per strada, guardandoci intorno, vediamo molti cantieri aperti, sulle strade, nelle case, nei palazzi, spesso con interventi ad un’altezza di svariati metri o in contesti per loro natura insidiosi, come per esempio sulle autostrade. Troppe volte ci è capitato di vedere muratori non assicurati ai ponteggi, personale in azione sulle autostrade sfidare il traffico ad alta velocità mentre allestisce o rimuove una deviazione, e ci rendiamo conto che la percentuale di rischio in situazioni simili sale vertiginosamente, come purtroppo testimoniano i dati: l’Inail ci fa sapere che nel gennaio di quest’anno le denunce di infortunio sul lavoro sono aumentate in modo impressionante rispetto al passato, e ben 46 con esito mortale. In particolare aumentano quelli che coinvolgono donne.

Ricordiamo che vengono considerati incidenti sul lavoro anche quelli «in itinere», ovvero durante gli spostamenti per andare o tornare dal lavoro. Eppure le leggi sulla sicurezza in Italia sono molto puntuali, ma sembrano non riuscire ad avere effetti sulla realtà; nei giorni scorsi, fra l’altro, uno sciopero degli ispettori destinati al controllo del rispetto della normativa sulla sicurezza ha messo in luce la triste realtà, ovvero solo 90 ispettori per controllareleattivitàdi120.000 ditte, come abbiamo letto di recente su «Repubblica». Una vera goccia nel mare.

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