ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Stop al bullo, nel nome del rispetto

Atteggiamenti da prevenire, individuare e sradicare per seminare una cultura più sana e autorevole

Il bullismo è un comportamento aggressivo e premeditato che viene assunto da una o più persone e consiste nell’offendere e usare la violenza nei confronti di una persona “debole” agli occhi del bullo, in modo continuativo. La vittima passiva del bullismo non reagisce e subisce le cattiverie operate dal bullo e dal suo branco; la vittima collusiva, invece, finge di non dar peso al bullo, instaurando con lui un rapporto di sudditanza. Si parla di bullismo diretto quando le molestie, fisiche o psicologiche, vengono perpetrate dal bullo in prima persona, senza l’aiuto di terzi. Nel bullismo indiretto, invece, la vittima viene isolata dal branco afferente al bullo nei luoghi di aggregazione condivisi. Il bullo, coinvolgendo altre persone nel perseguitare la vittima, raggiunge il risultato desiderato: isolarla dal contesto sociale. Oggi, con il diffondersi dei social network, si ha un fenomeno maggiormente pervasivo: il cyberbullismo, che raggiunge la vittima anche nei luoghi e nei tempi in cui potrebbe sentirsi più protetta e sicura, come nella sua casa durante i momenti di riposo. Il cyberbullismo, attraverso l’uso distorto delle nuove tecnologie, vuole escludere, mettere a disagio e intimidire coloro che non sono in linea con le idee del bullo e dei suoi gregari. La vittima, a tutte le ore del giorno e della notte, riceve messaggi denigratori che mirano ad umiliarla e ad emarginarla dalla vita sociale. Il 19 maggio 2017 è entrata in vigore la prima legge sul bullismo: anche i minori di quattordici an-ni possono denunciare episodi che vedono coinvolti loro stessi, amici o conoscenti, senza che ci sia la mediazione di un adulto, affinché l’intervento delle forze dell’ordine possa essere più tempestivo.

Tutti sono concordi nel pensare che il bullo non abbia nessun margine di azione senza un ambiente connivente: seguaci impauriti, sostenitori omertosi, fiancheggiatori poco disposti a riflettere, alleati di comodo. Detto questo si impone l’idea che ognuno di noi debba fare la propria parte, non solo denunciando episodi di bullismo o cyberbullismo, ma anche tirandosi indietro, prendendo le distanze da atteggiamenti irrispettosi e di prepotenza che vediamo intorno a noi. Fermiamoci e chiediamoci perché abbiamo avuto un comportamento di prevaricazione nei confronti dell’altro; quando accade questo impariamo a domandarci cosa ci sta accadendo e perché sentiamo il bisogno di sopraffare un altro essere umano che non ci corrisponde. È per affermare noi stessi che lo facciamo? Nessuno di noi è immune dall’avere atteggiamenti violenti nei confronti dell’altro.

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