ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola secondaria di primo grado Polidori di Montone (PG)

«I ragazzi, la scuola e la storia»

A colloquio con Adriano Bei che ci presenta la sua ultima fatica “Montone nella Seconda Guerra Mondiale“

Adriano Bei si cimenta ancora con la sua passione per la storia e scrive con Alvaro Tacchini: «Montone nella Seconda Guerra Mondiale – società, resistenza e passaggio del fronte». Gli abbiamo rivolto alcune domande.

Come mai ha scritto questo libro? «Perché quello trattato è un periodo di storia locale di cui si è parlato poco e che, anche dietro l’input del Comune e del sindaco Rinaldi, avevamo deciso di approfondire e indagare».

Di cosa parla questo “Quaderno”? «Parla del passaggio della Guerra a Montone e in Alta Valle del Tevere, prendendo in esame anche il movimento della Resistenza che si oppose al nazifascismo».

Nel libro scrive insieme a lei Alvaro Tacchini, com’è nata questa collaborazione? «E’ nata come collaborazione tra l’Associazione StoricaMente di Montone e l’Istituto di Storia Politica e sociale “Venanzio Gabriotti” di Città di Castello. Abbiamo condiviso con Tacchini l’importanza di ricercare documenti e testimonianze che tenessero viva la memoria di un periodo drammatico della nostra storia».

Qual è il personaggio della storia di Montone legato al periodo da lei trattato più significativo e importante? «Sicuramente Aldo Bologni, un partigiano che perse la vita nella battaglia di Montone tra il 5 e il 6 maggio 1944 e che venne decorato con la medaglia di bronzo al valor militare alla memoria.

Nel luogo dell’uccisione di Bologni l’amministrazione comunale di Montone ha fatto erigere un monumento opera dell’artista Ettore Sordini. Abbiamo però anche scoperto che un caporale dell’esercito inglese di nome Yeshwant Ghadge, si rese protagonista di azioni eroiche durante l’avanzata inglese tra Montone e Città di Castello, pagando con la vita il suo coraggio. E che fu insignito della “Victoria Cross”, la massima onorificenza al valor militare esistente in Gran Bretagna».

Pensa che i giovani conoscano a sufficienza questo periodo della storia? «Non solo i giovani ma anche i quarantenni e i cinquantenni conoscono poco questo periodo storico. Io stesso, nonostante i ricordi tramandati in famiglia, ignoravo alcuni eventi accaduti in quei tragici mesi del ’44, con particolare riguardo all’entità dei bombardamenti che, anche senza causare vittime tra i civili, danneggiarono gravemente tanti edifici civili e religiosi di Montone. Mi pare fondamentale far conoscere ai giovani questo periodo storico e tramandare la memoria affinché non vengano più calpestati valori e diritti dell’uomo, e in questo la scuola può avere un ruolo fondamentale».

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