ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Due anni trascorsi senza abbracci

Un murale realizzato nella nostra aule come segno indelebile di un momento storico difficile e particolare

Sono tante le cose che la pandemia ha cambiato in questo periodo ormai lungo in cui ha investito tutto il mondo. Fra queste, ce n’è una che ci ha particolarmente colpito: da manifestazione di affetto, l’abbraccio è diventato negli ultimi anni triste strumento di trasmissione del contagio. Gli alunni della classe 4A dell’Istituto «Falcone-Borsellino« di Riccò del Golfo, hanno deciso di dipingere la loro aula per riempire le pareti che un tempo erano piene di disegni, mappe e cartine ma che oggi, per via della normativa vigente, sono completamente spoglie.

Pensando a questo cambiamento epocale, studenti e maestre hanno deciso quindi di dedicare un muro agli abbracci: quelli che non si possono dare ma che scaldano il cuore, riempiono di gioia e fanno sentire sicuri.

L’idea è nata quando gli studenti frequentavano la classe terza, nel pieno della pandemia: un momento in cui la mancanza di contatto con gli altri veniva sentita e sofferta in modo pesante.

La scelta dei soggetti da riprodurre è caduta sulle opere di un artista molto amato: a guidare gli alunni nel loro speciale compito, sono state «L’albero della vita» e «L’Abbraccio» di Gustav Klimt. L’albero della vita non ha foglie, ma tanti rami ricurvi che sembrano abbracciarsi come tutti i bambini vorrebbero fare.

Per personalizzarlo e renderlo speciale, sopra ogni ramo è stato scritto il nome di ogni studente e delle maestre. Accanto è stato riprodotto dalle piccole mani degli autori, il dipinto «L’abbraccio«, che ritrae – come ben spiega il titolo – due figure coinvolte in un abbraccio avvolgente. Come sfondo è stato scelto, come colore predominate, il giallo simbolo di luce e vitalità. Sopra i disegni trova spazio una bellissima scritta: «Non vediamo l’ora di poterci abbracciare…sarà bellissimo!», un augurio che accompagna la raffigurazione di un desiderio ripercorrendo le opere di un grande artista.

Quando gli studenti lasceranno la loro aula per intraprendere un nuovo percorso della loro vita scolastica saranno contenti di avere lasciato un segno indelebile e così importante di un periodo difficile che tutto il mondo ha vissuto. Chi si siederà in quei banchi e incuriosito guarderà il murale, potrà sapere chi sono gli autori perché basterà leggere i nomi scritti sui rami dell’albero della vita. Si disegna per desiderio, per raccontare, anche per diventare famosi o per restare silenziosi. E le scritte sui muri? Anche quelle sono da considerare perché il muro rimane uno dei posti preferiti per farsi leggere da più gente possibile e a lungo tempo. E questo i bambini della 4A lo hanno imparato molto bene.

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