ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Montalcino di Montalcino (SI)

L’inferno dei mari di plastica

La biodiversità marina è messa a dura prova dai rifiuti di plastica. Finiamola! Salviamo i nostri mari!

La plastica sta prepotentemente riempiendo i nostri mari, mettendo in pericolo 690 specie marine, di cui il 17% in via di estinzione. Le isole di plastica, ovvero delle grandi zone formate interamente da rifiuti plastici, sono un grande problema per il pianeta. Una delle isole più grandi al mondo è il South Pacific Garbage Patch, con un milione di chilometri quadrati di plastica presenti nel suo oceano, grande otto volte l’Italia e più estesa del Messico.

Le cause La causa più nota al giorno d’oggi sono le grandi industrie che, involontariamente o di proposito, scaricano rifiuti in mare; a ciò si aggiungono le navi da pesca e le piattaforme petrolifere.

Si stima anche che l’80% della plastica provenga da fonti terrestri. Un uso eccessivo della plastica e, di conseguenza, uno smaltimento scorretto di essa possono compromettere la bel-lezza e la salute dell’oceano. La maggior parte dei rifiuti finisce in mare, ma non solo: anche se meno evidenti, gli pneumatici lasciano sull’asfalto minuscoli frammenti che finiscono nelle fognature.

Gli effetti sulla fauna marina La plastica causa danni molto seri alle creature marine perché, frantumandosi e depositandosi sul fondale marino, può soffocare i pesci e altre specie. I pezzi di plastica, a causa delle basse temperature, rilasciano sostanze chimiche, che sono dannose per la crescita e lo sviluppo della fauna marina. Centinaia di tartarughe muoiono perché, come altri centomila mammiferi ogni anno, ingeriscono materiali plastici o si intrappola-no in essi. Molti animali, infatti, sono stati trovati incastrati in reti o buste di plastica, o addirittura feriti da lattine o altri oggetti di alluminio: molto spesso, ciò ne ha causato anche la morte.

Cosa possiamo fare concretamente? Sono tanti i volontari che si prodigano a liberare il mare, ma anche i boschi o gli ambienti terrestri, dai rifiuti, in particolare dalla plastica. Tra le più note associazioni, vi è il WWF (World Wide Found of Nature, “Fondo mondiale per la natura”) che si occupa di preservare la Natura e le sue creature. Non serve essere supereroi, basta rispettare alcune regole principali per salvare il pianeta. Eccone qualcuna: imparare a riconoscere i diversi tipi di materiali che utilizziamo, così da sapere in quali contenitori della spazzatura devono essere smaltiti; eliminare la plastica “usa e getta”, in modo da utilizzare un oggetto il più possibile prima del suo smaltimento; riciclare e dare una nuova vita alla plastica. La plastica nel mare fa male anche a noi perché, probabilmente, mangiamo il pesce che l’ha ingerita.

Con più attenzione e l’osservazione di sani principi possiamo porre fine al fenomeno

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