ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Valdarno tra la realtà e la fantasia

Alla scoperta del territorio attraverso gli occhi e la curiosità dei più piccoli

Il Valdarno offre bellezze naturali e architettoniche che non tutti conoscono, così come molti ignorano la sua origine lacustre. Fino a centomila anni fa questo territorio era un lago e la sua struttura la si può osservare percorrendo la Strada dei Setteponti che dall’alto del Pratomagno. Tale conformazione geologica è visibile nelle “Balze” costituite da sabbie, argilla e ghiaie stratificate, intervallate da gole profonde. La loro bellezza attirò persino l’attenzione del grande Leonardo. Tali meraviglie, oscurate da città più importanti e conosciute verranno illustrate dagli alunni attraverso piccoli racconti fantastici che si mescoleranno alla realtà. Se si alzano gli occhi da tablet, telefonini, TV e si guarda la realtà con la curiosità e la fantasia di questa età si possono fare molte scoperte.

Osservare, domandare, leggere aiuta a capire la storia a conoscere la natura e l’arte presenti anche in piccoli paesi. Ogni luogo è importante se lo si guarda con gli occhi giusti e Leonardo lo sapeva bene tanto da inserire diversi riferimenti di questa valle nel dipinto della “Gioconda”.

Tutti hanno sentito parlare di questa opera ma pochi sanno che alle spalle di “Monnalisa” ci sono Ponte Buriano e le Balze, elementi sotto gli occhi di tutti i valdarnesi. Ponte Buriano con le sue arcate sembra galleggiare sul fiume nel quale si specchia creando una meravigliosa illusione ottica. La storia racconta che la sua distruzione da parte dell’esercito tedesco fu evitata per opera di un blitz inglese. La storia popolare narra, invece, che fu proprio un ufficiale tedesco a impedire ai suoi soldati di farlo saltare perché troppo bello per essere distrutto. Seguite, riconoscendo il paesaggio valdarnese, nei racconti nati dalla creatività dei bambini.

Sul versante valdarnese del Pratomagno, un re fece costruire un palazzo grandissimo in una foresta di abeti secolari, conosciuta con il nome di Vallombrosa. Gli abitanti vivevano in pace dedicandosi alla raccolta e catalogazione delle erbe e dei semi delle piante. Tutt’intorno il paesaggio era ricoperto da un prato vastissimo, dai colori, fiori e profumi incantevoli. Il re aveva una figlia generosa e bella, Lisa.

Le giornate trascorrevano felici.

ogni cambiamento della natura si trasformava in una festa di ringraziamento. Feste alle quali arrivavano anche dagli altri versanti della vallata facilitati dai percorsi del C.A.I. Il palazzo era riconoscibile per una grande croce di ferro a 1592 metri. Un giorno, Arezzo, guerriero temuto e crudele, attirato dai racconti sul luogo e sulla bellezza di Lisa, decise di occupare il Pratomagno, ma mago Alberino, guardiano del prato, fece un incantesimo piantando su un cumulo di rocce, una spada fatata che impediva a chi avesse il cuore malvagio di arrivare al prato.

Votazioni CHIUSE
Voti: 9

Pagina in concorso