«L’arte di brillare di fronte alle difficoltà»
«Kintsugi», i ragazzi hanno sperimentato l’antica tecnica orientale: «Siamo noi a fare la differenza»
PISA Quest’anno in classe abbiamo parlato della tecnica del kintsugi, e l’abbiamo trovata meravigliosa sia dal punto di vista artistico che per il profondo significato simbolico che ha. Questa antica arte affonda le proprie radici nell’Estremo Oriente e consiste nel riparare oggetti in ceramica rotti raccogliendone i pezzi frantumati e ricomponendoli con lacca e polvere d’oro. L’oggetto così restaurato, mette in evidenza le proprie “ferite” valorizzandole e evidenziandole: il prodotto finale è unico, irripetibile e davvero speciale. Le ’imperfezioni’ ne sono la forza. È proprio quella caduta accidentale che infine ha reso quella ciotola, quel piatto o quel vaso splendente e lo ha fatto brillare.
Secondo noi abbiamo molto da imparare da questa tecnica: es-sa ci insegna il profondo valore della «cura» in tutte le sue declinazioni: cura degli oggetti che ci circondano, cura di noi stessi, e perché no, anche delle relazioni con gli altri, in un periodo storico in cui ne abbiamo davvero tutti tanto bisogno. Abbiamo deciso di sperimentare i suoi insegnamenti e li abbiamo prima di tutto applicati ad un oggetto assai logoro e malconcio presente nella nostra aula sin dai primi giorni di scuola: un vecchio, anzi sarebbe meglio dire «antico», dizionario ingiallito e senza frontespizio. Pian piano questo dizionario è divenuto nostro amico fidato e gli abbiamo addirittura dato un nome: Gigio. Abbiamo sfogliato le sue pagine ingiallite per trovare i significati di parole che non conoscevamo, è stato lui a accompagnarci per mano alla scoperta della lingua italiana. Come restituirgli il favore? Lo abbiamo restaurato e oggi sembra un antico forziere del tesoro. Anche da questa esperienza abbiamo capito che la scuola siamo noi, ognuno di noi, ciascuno con le proprie caratteristiche e il proprio personalissimo bagaglio di esperienze, siamo noi con tutti i nostri pregi ma anche con quelli che consideriamo difetti. Nel nostro piccolo abbiamo sperimentato che a volte ci risulta semplice e naturale affrontare le prove che la vita ci propone, ed anzi dopo averlo fatto ci sentiamo più forti. Altre volte invece le cose non filano liscio: il litigio con un amico, una meta che ci eravamo prefissi e che non riusciamo a raggiungere, un’incomprensione con un compagno, eventi più grandi di noi, e così può capitare di sentirci a pezzi. La «cura» è una soluzione possibile, il non gettare ma restaurare, il nostro sguardo sulle cose, la responsabilità che ci assumiamo di fronte alle difficoltà. Noi possiamo fare la differenza.