ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola secondaria di primo grado di Vallo di Nera di Vallo di Nera (PG) - 3A

«Eccezionale nella sua semplicità»

La scrittrice Deledda fu una “pioniera“: nel 1909 si candida alle elezioni anche se le donne non potevano votare

A volte per guardare al futuro bisogna rivolgersi al passato, un passato che spesso regala esempi di coraggio e determinazione adatti a tutti. Una di queste figure è Grazia Deledda, una donna fuori dal comune e troppo spesso dimenticata. A 150 anni dalla sua nascita, vogliamo riflettere su questa scrittrice e cercare di mettere a fuoco gli aspetti della sua vita che, anche ai giorni nostri, appaiono rari.

La prima cosa che colpisce è la combinazione tra semplicità e eccezionalità: Grazia Deledda nasce a Nuoro nel 1871 e cresce in una Sardegna così bella e così forte da diventare una parte integrante della sua vita. Grazia Deledda, infatti, non amava solo le tradizioni popolari della sua terra – che con curiosità e passione aveva iniziato a raccogliere e organizzare per la Rivista delle tradizioni popolari italiane di Firenze, diretta da Angelo de Gubernatis – ma amava ancheconoscerne la natura: si tramanda, a questo proposito, che andasse insieme al fratello Andrea ad esplorare la Barbagia e che fosse anche molto esperta di piante. Attraverso il suo sguardo profondo, Grazia assorbiva un mondo che non l’avrebbe mai più abbandonata e che avrebbe raccontato nelle suestorie e nei suoi personaggi. Un legame con le proprie radici che però non ha impedito a questa donna di “volare” come una rondine lontano: il Nobel, assegnatole nel 1927, è il primo premio per la letteratura vinto da una donna italiana e il secondo dopo quello della svedese Selma Lagerlof. Un esempio di co-raggio ma anche di determinazione: Grazia Deledda, infatti, aveva frequentato fino alla quarta elementare e la sua formazione successiva non aveva avuto un corso regolare. Aveva appreso la lingua italiana attraverso i grandi classici della letteratura che aveva nella biblioteca di casa e cercava sempre di migliorarsi. Anche a Roma, una volta sposata e diventata madre, nella casa di Porto Maurizio dove a aveva un giardino con un grande cedro del Libano, Grazia aveva fatto vivere insieme la sua passione per la scrittura, sostenuta dal marito, e la vita familiare.

Si racconta, infatti, che fosse proprio lei ad occuparsi personalmente della gestione della casa e che dedicasse le prime ore del pomeriggio al suo lavoro di scrittrice, seduta al suo semplice scrittoio in stile sardo su cui era poggiato un corno di bue istoriato che usava come portapenne. Di Grazia Deledda sorprende anche un altro gesto: nel 1909 si candida alle elezioni nonostante le donne non avessero ancora diritto di voto! Una scelta rivoluzionaria: non solo immaginare un futuro nuovo e diverso ma crearlo in prima persona.

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