ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Luce d’Italia: Fedux il mecenate

Gli studenti approfondiscono la figura di Federico da Montefeltro. Uomo colto, poliedrico e abile politico

Il programma delle celebrazioni per i 600 anni dalla nascita di Federico da Montefeltro, ha offerto alla nostra scuola, lo sfondo di riferimento di un progetto biennale, intitolato: “Luce d’Italia: Fedux il Mecenate”, coordinato dalla professoressa Tiziana Baldessari, docente della scuola ed appassionata di storia. In una lunga intervista con la docente abbiamo potuto così apprendere che, Federico pur essendo un uomo d’arme, non era rozzo, anzi la sua corte era un luogo di educazione militare e culturale. A tavola non erano permessi scherzi grossolani, né discorsi licenziosi, venivano letti ad alta voce brani di testi latini. Uomo colto, poliedrico, padroneggiava il greco alla perfezione, ma fu anche cavalleresco e sportivo, sapeva fare la guerra con eleganza, soprattutto la teneva lontana dai suoi territori, cosicché la sua gente conobbe un’importante prosperità economica.

Ma è vero che Federico oltre che abile uomo d’arme fu anche politico?
«Federico, pur essendo il Duca di uno piccolo stato dell’Italia centrale, era però in contatto con tutti i regnanti del suo tempo, immischiato nelle vicende e negli intrighi delle varie Signorie, aveva la presunzione di fare da ago della bilancia nelle politi-che di alleanze. Infatti era soprannominato il “Nomio“ per la sua ambizione a governare e regolare tutti gli affari italiani. Una lettera cifrata del 1472, indirizzata da Federico a Giambattista Bentivogli, consigliere del re di Napoli e ritrovato dallo storico Fabrizio Cece nell’archivio di Gubbio, ci rivela ancora una volta l’ambiguità del personaggio, la missiva contiene una complessa disquisizione diplomatica sui poteri a cui “appoggiarsi” fuori Italia e in Italia. Federico era sicuramente una “vecchia volpe”del marketing militare. La figura di Federico rimane, così, enigmaticamente sospesa fra l’immagine compiaciuta dell’umanista assorto nella lettura di codici miniati nel suo studiolo, e quella dello spregiudicato condottiero impegnato nella redazione di dispacci cifrati».

Come mai Federico, solo dopo 30 anni, fu insignito del titolo di duca? «Nel 1474, il Papa Sisto IV accolse, Federico, nella Basilica di San Pietro dove lo investì del titolo di Duca di Urbino, ed in seguito a questa nomina si lasciò prendere dalla vanità, ordinò a schiere di scalpellini e intagliatori di incidere la sigla F.D. (Federicus Dux) sui cornicioni, sui camini, sugli architravi, sugli stipiti di porte e finestre, sui soffitti del palazzo. Era l’orgoglio di affermare il proprio successo di uomo politico, la rivalsa nei confronti dei diffamatori della sua nascita, il desiderio di dichiarare a tutti quanto fosse meritato quel titolo di Duca concesso a un Montefeltro che era un ragazzo di oscura provenienza».

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