ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Idea di città a misura di ragazzi

Come vorrei vivere Livorno? Basta con la criminalità giovanile, la prevenzione è fondamentale

LIVORNO Le nostre proposte per crescere in una città a misura dei giovani Per un adolescente riconoscere e accettare un mondo di regole può apparire un percorso difficile e faticoso, soprattutto in una società in cui non si vedono figure di riferimento in grado di diventare modelli in cui potersi identificare. Tutto ciò aumenta la sensazione di smarrimento e solitudine, accresciuta dalla pandemia che ha alimentato situazioni d’isolamento. In un’ottica di prevenzione la scuola deve ricordarci che chi cresce ha diritto all’errore, ma anche alla correzione, deve sviluppare in noi la coscienza civile e promuovere la cultura della legalità. Al centro dell’azione educativa vanno posti la persona-alunno, come protagonista nella pro-pria comunità, ed il valore positivo delle regole, intese non come mezzo punitivo, bensì come strumento di aiuto delle potenzialità di ciascuno. E le altre istituzioni cosa possono fare? Sicuramente potenziare gli incontri negli istituti inferiori e superiori, sull’esempio del progetto “Scegli la strada giusta”, promuovendo l’educazione alla legalità. Ma questo non basta. Capire le esigenze dei giovani, secondo fasce d’età, costituirebbe un’occasione di vicinanza tra adolescenti e istituzioni: perché non moltiplicare gli spazio d’ascolto nella nostra amata cittadina e aprire dei dibattiti? Alla domanda “come vorremmo vivere la nostra città”, noi risponderemmo che ci piacerebbe vedere più zone verdi e un cinema all’aperto gratuito, tutto l’anno, con una programmazione variabile in base all’età. Oppure una pista da skate o di kart e games time. A nostro avviso, proporre attività di questo tipo sarebbe un’ottima forma di coinvolgimento dei giovani. Oggi, infatti, non ci sono molti luoghi di aggregazione (centri sportivi, oratori, campi scuola, bar) che allontanano dalla cattiva strada, quindi è compito delle istituzioni proporre valide alternative.

Inoltre, non bisogna dimenticarci della cultura: in molte città alcuni spazi pubblici sono stati trasformati alcuni in aree musicali, in cui i giovani possono esibirsi e magari – perché no – farsi conoscere al grande pubblico.

Perché non inserire questo spazio nel quartiere della Venezia, spesso al centro della cronaca cittadina per i disordini e il caos notturno? Allestire di sera e nel fine settimana una sorta di kermesse musicale o festival open air per tutto l’anno potrebbe combattere il disastro acustico e allontanare i giovani da episodi di delinquenza.

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