ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

’Immagini mute dietro lo schermo’

Vicende, emozioni e sensazioni di centinaia di ragazzi divenuti giovani scrittori: è nato il libro della scuola

Cosa sono i ragazzi? Questa domanda rimbomba nei secoli, costante enigmatica della storia dell’uomo, buco nero di informazioni illogiche in una galassia che ci si sforza di riordinare. Per tanti sono soggetti malati, ammorbati dal fantasma di una caotica fase passeggera, lebbrosi da far spegnere in una quarantena soffocante in attesa del ritorno all’umanità. Per altri ancora sono qualcosa di insondabile da costringere ad un guinzaglio, vittime di un folle autolesionismo, asteroidi da controllare. Cosa sono i ragazzi? Sono qualcosa di molto più semplice e vicino a voi. Colpevoli dell’unico peccato di pretendere troppo dalla propria libertà, mossi da viva curiosità. Sono Ulisse, anime di fuoco e voce: fuoco ardente di passione, assetato di scoprire un mondo regalato e pure voci ben distinte tra loro. Sono una miriade di stelle: luci brillanti immerse nel cielo oscuro della notte, ognuna con il proprio nome, la propria luce, la propria storia.

Come le stelle, alcune voci non si percepiscono, sembrano inesistenti, avvolte nel silenzio assordante dell’indifferenza. Ma tutte le voci hanno un valore. Perché non ascoltarle? È questa la domanda che ha spinto la scuola a creare “Immagini mute dietro lo schermo”: un libro che parla delle vicende, emozioni e sensazioni di centinaia di bambini e ragazzi divenuti giovani scrittori durante un periodo in cui la vita ha posto loro davanti un ostacolo che li ha isolati e costretti a riflettere come mai prima: il lockdown. Un periodo che li ha costretti a vivere in una bolla così resistente da rendere impossibile uscirne, in cui minuto dopo minuto il senso di libertà diminuiva costantemente, una bolla impermeabile al mondo, alle persone… ma non alle emozioni, che si infiltravano e sapevano fare male. Il libro rappresenta un diario di bordo, una cronaca di guerra cucita dalle sapienti mani delle proff. Roberta Gorietti e Anna Masciotti con la supervisione della nostra psicologa d’istituto Francesca Cortesi e nasce dalle righe del giornalino d’istituto “Ne vale… la penna” che da cinque anni regala una voce alle migliori penne della scuola. Queste voci, come fiori, sono state raccolte e rilegate, custodite in un libro così da ricostruire il flusso temporale di un periodo ricco di sofferenza, perdite, un buco nero sospeso in un vuoto saturo di domande cui non si sa dare risposta. Un processo lento e doloroso, quello che ha portato a generare questo specchio che spesso trafigge, colpisce, ma che permette di non dimenticare. Uno specchio che va ora in scena, sale su di un palco. Appuntamento sulle assi della vita per ricordare un periodo che forse ci ha lasciato qualcosa, ma che sicuramente, in noi, avrà lasciato qualcuno. La storia va in scena.

Votazioni CHIUSE
Voti: 10

Pagina in concorso