ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Don Breschi di Massa Marittima (GR) - 2C

Un click per una realtà virtuale

I videogiochi sono un bene o un male per i giovani? Non esiste una risposta univoca

Uno schermo, delle cuffie, un microfono, una connessione e un joystick e sei proiettato immediatamente in una realtà parallela, nuova, piacevole, dove poter fingere di essere qualcun altro, dove poter combattere per raggiungere un obiettivo, superare ostacoli che nella realtà non potresti scavalcare. I videogiochi, un po’ come i sogni, ci permettono di volare. Quando si parla di videogames si fa riferimento a milioni di appassionati in tutto il mondo, a miliardi di dollari investiti e ad un futuro ancora tutto da scrivere. E’ un fenomeno che ha coinvolto soprattutto i più giovani e che ha allargato sempre di più la platea con il passare dei decenni, all’interno di una notevole evoluzione tecnologica. Tutti noi abbiamo voluto informarci a scuola sugli effetti che il loro uso può avere sulle nostre vite, perché alcuni di noi spesso si sentono molto coinvolti in questa realtà virtuale e non è facile interrompere il gioco. Abbiamo scoperto che gli antropologi hanno sempre studiato il gioco come attività che accomuna culture diverse tra di loro e come attività in grado di formare chi vi partecipa. Durante il gioco, infatti, si sviluppano abilità e competenze importanti. Una cosa simile accade anche con la narrazione. Raccontare storie infatti ha sempre fatto parte della vita sociale degli esseri umani; le persone hanno sempre sentito il bisogno di creare e immaginare storie che potessero spiegare il perché di ciò che accadeva nel mondo. I videogiochi combinano questi elementi, fornendo un’esperienza unica. Alcuni di loro permettono l’immedesimazione in un personaggio, fanno fare viaggi eroici e superare ostacoli per ottenere ricompense. Quando si raggiungono alcuni obiettivi la gratificazione personale è molto positiva per la propria autostima. Con questo approccio gli effetti dei videogiochi sono sicuramenti positivi, si sviluppano capacità di problem solving, migliorano i processi decisionali, aumenta la coordinazione oculo manuale.

Anche perdere una partita e fallire serve, per imparare dai propri errori e per sviluppare perseveranza e pazienza. Nonostante questo, gli studiosi ne evidenziano gli effetti negativi quando se ne fa un uso eccessivo e inconsapevole, come lo sviluppo di comportamenti aggressivi e violenti, minor rendimento scolastico oppure problemi di salute come obesità o mal di schiena.

Quindi, la cosa più importante da fare è sapersi organizzare: il videogioco in sé non è né buono né cattivo, ma lo diventa per l’utilizzo che se ne fa.

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