ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

IC Don Milani di Ponte Buggianese (PT) - 3A

L’uomo che dà la caccia ai nazisti

De Paolis è il magistrato che ha dedicato la sua vita a cercare gli autori degli eccidi, per riscattare il dolore

Marco De Paolis, Procuratore generale militare di Roma, ha incontrato gli alunni dell’istituto Don Milani presso il palazzetto dello sport di Ponte Buggianese. Il magistrato ha iniziato a svolgere le indagini sui crimini di guerra nazifascisti della seconda guerra mondiale a partire dal 2002, quando fu nominato Procuratore militare di La Spezia. A differenza degli altri magistrati, ha avuto il coraggio di indagare atti di efferata crudeltà che si sono verificati nei confronti di persone innocenti nei territori dell’Appennino tosco-emiliano, nelle province di Modena, Reggio Emilia, Arezzo fino ad arrivare al Padule di Fucecchio. Centinaia di civili, compresi bambini, donne e anziani, morirono in queste stragi che colpirono il nostro territorio.

Grazie a uomini come il magistrato De Paolis, le vittime hanno avuto la giustizia che merita-vano e gli ex-criminali nazisti hanno subito le conseguenze delle loro azioni.

Anche il Padule di Fucecchio è stato il palcoscenico di un inutile massacro. In questo luogo la formazione partigiana «Silvano Fedi» aveva più volte sabotato l’esercito tedesco e causato morti tra i militari. All’alba del 23 agosto 1944 gli ufficiali dei reparti nazisti, per vendicarsi, compirono delle stragi massacrando la popolazione locale, trucidando 174 persone, sterminando le famiglie che vivevano nel paese e lasciando una scia di sangue e di terrore. Per sessant’anni le prove di questi atti barbarici rimasero nascoste in un armadio con le ante rivolte verso il muro, in un palazzo del-la Procura militare di Roma, il cosiddetto «armadio della vergogna». Quando le ante vennero aperte, ne uscì fuori uno scottante contenuto: fascicoli, cartelle con descrizioni di reati, nomi di presunti colpevoli, testimoni, ma anche mappe e fotografie.

L’indagine, che prese avvio tra l’autunno e l’inverno del 2004, ebbe il vantaggio di appoggiarsi alla documentazione prodotta durante un famoso processo degli anni Quaranta, anche se rischiò di passare inosservato un interrogatorio in cui si leggeva «Avevamo avuto l’ordine di uccidere tutti perché erano stati individuati partigiani con armi pesanti». Il processo si concluse solo nel 2011 con la sentenza di condanna alla pena dell’ergastolo per i tre imputati sopravvissuti. «La guerra è difficile da comprendere. Forse perché è anche difficile da descrivere»: questo è il messaggio che ci ha voluto trasmettere il Magistrato De Paolis, il quale ha lottato per la giustizia delle vittime, perseguendo un impegno morale che ha sempre contraddistinto la sua attività.

Votazioni CHIUSE
Voti: 5

Pagina in concorso