ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

IC Andreotti di Pescia (PT) - Redazione

«E se le parole scomparissero?»

La visione apocalittica di un mondo senza dialogo: secondo voi, chiedono i ragazzi, potremmo farne a meno?

Sicuramente molti potrebbero affermare che, forse, il termine apocalisse sarebbe più adatto per indicare argomenti gravi e importanti, invece lo stiamo utilizzando per parlare della scomparsa delle parole. Ma davvero la perdita delle parole potrebbe sembrare a qualcuno poco importante, per niente apocalittica? È venerdì mattina, piove, durante le ore di matematica arriva un supplente che ci propone di leggere un libro: «La società segreta dei salva parole». Il professore legge le prime pagine e commenta: «Come sarebbe il mondo senza parole?» A questa frase tutti cominciano a esultare, soprattutto un nostro compagno, Lukas, che subito comincia ad urlare «che figata! sarebbe bellissimo, potremmo evitare ogni interrogazione e compito!» Ma in mezzo a tutte queste grida di gioia, ecco che Matilde comincia a rifletterci su e, dopo un po’, dice «Si, ma se non ci fossero le parole, come si farebbe a parlare tra noi?». Tutti si zittiscono e si voltano a guardarla.

«Beh, si potrebbe usare il linguaggio dei segni o l’alfabeto morse, no?». E Gabriele dall’angolo della stanza risponde «Sì, ma se vogliamo esprimere i nostri sentimenti? Lo facciamo con i segni?». Al che qualcuno risponde «Perché no! L’importante è capirsi!» e un altro replica «Ma non avrebbero più valore, sarebbero solo gesti!». A quel punto la classe si divide completamente in due fazioni: una formata da quelli che pensano che le parole siano importanti e l’altra da quelli che pensano che si possano sostituire tranquillamente con gesti. Si accende un’animata discussione: Matilde e la sua «armata» cominciano a gridare «Le parole sono forse la cosa più importante che ci abbiano dato e senza quelle niente avrebbe più un’identità! Le parole sono la possibilità di esprimere le nostre opinioni, i nostri pensieri: ci rendono liberi!».

Lukas e la sua squadriglia invece ribattono «Secondo noi non è vero che oggetti e persone perdano la propria identità, rimane sempre la stessa, solo che viene espressa a gesti e poi anche i gesti ci possono rendere liberi, in fondo sono come le parole». Qualcuno controbatte «ma non possono esprimere le idee, i sentimenti, i sogni! lo volete capire che il dono della parola è un’ arma contro l’oppressione e la violenza? la parola può creare bellezza, i gesti no!! Anche questa discussione: ci spiegate come avremmo potuto farla a gesti?!». Lukas non sa più come ribattere e, prima che possa dire qualsiasi cosa, suona la campanella e tutti smettono di discutere, tornando a parlare tra loro. «Sai, credo che abbia ragione Matilde, forse sarebbe proprio un’apocalisse!».

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