ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Zipoli di Prato (PO) - 2B

Costruire ponti per abbattere muri

Dialogo interreligioso per evitare lo scontro e promuovere la pace tra i popoli: sondaggio tra i ragazzi

Possiamo dire che oggi le religioni del mondo abitano in casa nostra? Certamente ciò è frutto dell’evoluzione della società moderna. Ormai lo straordinario progresso delle comunicazioni ha reso più facile e veloce scambiare idee e pensieri da un angolo del mondo all’altro, annullando distanze di migliaia di chilometri. E poi da tempo l’Italia è diventata luogo di accoglienza per immigrati provenienti da tutto il mondo.

Questa situazione ci avvicina alle religioni ’arrivate da poco’, ma anche a quelle che sono integrate nella cultura italiana: l’ebraismo e le chiese cristiane non cattoliche. Le scuole pratesi rispecchiano questa realtà.

Secondo un sondaggio nella nostra scuola risulta che la religione più diffusa è quella cattolica con 77,7% degli alunni, seguiti dal 5% di musulmani, lo 0,3% di cristiani protestanti e lo 0,1% cristiani ortodossi. Ma siamo pronti per accogliere tutte queste diversità? Ciò è una minaccia o una risorsa? Spesso la paura nasce dalla non conoscenza. Quando non si conosce l’altro ci si lascia guidare dai luoghi comuni e dal timore del diverso.

Oggi è importante fare uno sforzo per superare i pregiudizi e cogliere l’opportunità straordinaria di aprirsi agli altri. Lo scopo del dialogo interreligioso è proprio quello di evitare uno scontro tra civiltà e di favorire l’incontro tra i popoli che credono in un solo Dio. Papa Francesco ha sottolineato l’importanza del dialogo tra credenti, tutti uguali sotto lo stesso cielo in quanto uomini e nella comune ricerca di pace. Una necessità di costruire ’ponti’ tra le diverse culture, fedi e civiltà per prevenire ed arrestare i troppi conflitti che ancora insanguinano il nostro pianeta. Per dialogo interreligioso non si intendono gli incontri tra i ’grandi della terra, che cercano di mediare situazioni di conflitto, o tra rappresentanti di istituzioni religiose differenti che si scambiano abbracci e parole di fratellanza. Il dialogo si fa con le esperienze, attraverso la condivisione di un racconto, un canto o una preghiera.

Per fare questo è innanzitutto necessaria un’educazione al dialogo, che ci consenta di guardare, ascoltare e capire l’altro. È un processo molto lungo e faticoso pieno di ostacoli da superare. Non è un cammino semplice. A volte ci sono limiti invalicabili, esperienze che non possono essere condivise. Altre volte ci si accorge invece di quanto simili e intrecciati siano i nostri valori, i nostri percorsi e le nostre storie. Una cosa è certa: da questo viaggio si torna sempre più ricchi di emozioni, poveri di pregiudizi e arricchiti di nuove conoscenze. E allora, perché no? Noi ci proviamo.

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