ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Murlo di Murlo (SI)

Sara Morganti, a cavallo della vita

Storia di un’amazzone coraggiosa che non si ferma davanti agli ostacoli. E diventa un esempio per tutti

A scuola abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Sara Morganti, campionessa paralimpica di equitazione, specializzata nella disciplina del dressage.

Sara racconta che la sua passione per i cavalli è nata all’età di 13 anni. Qualche anno dopo le viene diagnosticata la sclerosi multipla, una malattia neuro degenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale. Sara ha temuto di non poter andare più a cavallo e ha intravisto un futuro nero, ma la sua determinazione l’ha convinta del contrario. Continua a montare, nonostante piano piano perda la forza nelle gambe, fino a sedersi sulla sedia a rotelle. Nel 2005 scopre la disciplina del paradressage; da allora partecipa a tanti campionati, vincendo titoli a livello nazionale, europeo e mondiale. Sara crede tantissimo nella forza dello sport paralimpico, perché le persone con disabilità devono lottare ogni giorno superando tanti ostacoli e lo sport insegna che gli ostacoli possono essere superati. Con impegno e fatica si possono raggiungere risultati che sembrano impossibili da ottenere. Dopo molto lavoro e allenamento, addirittura è riuscita a conquistare il podio alle paralimpiadi. L’equitazione le dà la possibilità di sentirsi veramente felice e libera, oltre che in grado di essere positivamente progettuale per il futuro. Per sostenere la sua capacità di sognare è nata l’associazione «Amici di Sara», un’iniziativa voluta da alcuni suoi sostenitori per diffondere il messaggio che lo sport porta benefici fisici e soprattutto psicologici anche a chi ha una disabilità. Durante l’intervista, le abbiamo chiesto di raccontarci una sua giornata tipo: la mattina inizia con la fisioterapia, dopo si dedica all’allenamento; la maggior parte della giornata la passa al centro equestre, la sera fa riabilitazione in acqua. In tutto ciò continua a studiare per un master universitario. Ha anche molti impegni istituzionali, visto che è rappresentante del comitato paralimpico regionale e italiano. Il racconto della sua giornata ci ha colpiti perché siamo abituati a pensare che una disabilità possa essere una barriera, invece Sara ci ha dimostrato il contrario.

Nonostante le tante medaglie vinte (ben 46!), Sara continua ad essere una persona umile, sincera, autentica e insegna che con lo sport si impara ad andare avanti e che bisogna credere in se stessi quando la vita ci pone degli ostacoli. Le parole chiave con cui possiamo riassumere l’incontro con lei sono coraggio, perseveranza, passione e amore per lo sport e per la vita.

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