ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Allarme baby gang fra i più giovani

Dalla violenza verbale a quella fisica: tanti episodi fino al caso della banda che colpiva all’Omnia Center

Si avvicinano in gruppo. A volte cominciano con semplici richieste con il cellulare o in monopattino. Per futili motivi volano offese e parole grosse. La violenza verbale sfocia spesso in quella fisica. I giovani si scagliano contro cose o persone. Le vittime sono ragazzi più piccoli, coetanei, a volte semplici passanti. Questo è il fenomeno delle baby gang che nel corso degli ultimi anni si è propagato come una macchia d’olio. Sono in aumento gli episodi virulenti in cui gruppi di ragazzi infastidiscono, o in altri casi, addirittura, aggrediscono, le persone che avevano preso di mira. I dati dell’Osservatorio Nazionale Infanzia e Adolescenza conteggiano la violenza tra i giovani: il 6,5% dei minorenni fa parte di una banda, il 16% ha commesso atti vandalici, 3 ragazzi su 10 hanno partecipato a una rissa.

Le baby gang sono attive dal Nord al Sud Italia e le regioni più colpite sono Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna.

I membri sono per la maggior parte minorenni con problemi in famiglia o con difficoltà economiche. Diversamente da quello che si potrebbe pensare, i ragazzi che fanno parte delle gang sono per buona parte italiani. Per le forze dell’ordine non è facile fermare il fenomeno: le baby gang agiscono con «toccata e fuga»: compiono atti vandalici o intimidatori per poi fuggire prima che arrivino le forze dell’ordine. Si tratta di bande di giovanissimi che si rendono responsabili di azioni di microcriminalità. In casi più gravi si può giungere a estorsioni, pestaggi, risse o addirittura vere e proprie rapine. Comprendere le cause del fenomeno è complesso e le teorie sono molte. Sembra determinante il contesto familiare e affettivo, problematico o totalmente assente, in cui sono cresciuti i ragazzi. Ma ciò non toglie che gli appartenenti possano essere anche ragazzi di buona famiglia. Gli elementi di queste bande sono soprattutto ragazzi, ma non mancano anche le ragazze (circa il 20%). Questi giovani vedono nell’appartenenza al gruppo un’opportunità di guadagno sia in denaro che di prestigio sociale. Di solito le baby gang attuano un contatto con la vittima con pretesti futili, come nel recente episodio avvenuto proprio a Prato, al cinema dell’Omnia Center. Le vittime, due donne di origine cinese, sono state aggredite senza un apparente motivo. La violenza non è rimasta verbale ma è sfociata in quella fisica, trasformandosi dalla lite in pestaggio. Si tratta dell’ultimo episodio facente parte di una lunga serie di mesi di intimidazioni portati avanti dalla baby gang. Le forze dell’ordine hanno individuato i membri del gruppo, una decina, per la maggior parte adolescenti tra i 14 e i 16 anni, e segnalati alla Procura dei Minorenni di Firenze.

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