ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Dai social al sociale, usare bene il web

I pregi e i difetti del “Citizen journalism“. Come si possono smascherare le fake news pubblicate?

I social network sono ormai parte integrante della vita delle persone e nessuno può più farne a meno. In alcuni casi sono diventati una vera e propria dipendenza: molti giovani preferiscono restare chiusi in casa davanti al cellulare piuttosto che uscire con gli amici ‘reali’, trascurando i rapporti personali.

Le piattaforme digitali si usano per comunicare, postare foto, vedere video, per non sentirsi soli e per passare il tempo, per inviare messaggi, per studiare, ma soprattutto per conoscere quello che accade nel mondo in tempo reale e tenersi aggiornati sui fatti.

In questo momento, i social hanno assunto anche un’importanza politica, oltre che culturale: servono a manifestare in favore della pace, ad organizzare gli aiuti per i civili dell’Ucraina che scappano dalle loro città bombardate. Tante sono le immagini «in diretta» che, in questi giorni, ci hanno colpito: bambini impauriti, infreddoliti e sofferenti, specie quelli malati. Tanti gli appelli e i video postati da semplici cittadini che documentano così quello che accade intorno a loro. Si tratta di «Citizen journalism» o giornalismo dei cittadini, giornalismo «dal basso» fatto dai non addetti ai lavori. Purtroppo però non tutte le notizie che appaiono sui social sono vere: sono le cosiddette fake news, usate per fare propaganda o per diffondere falsità.

Quindi i social sono allo stesso tempo fonte di informazione e di disinformazione. In classe abbiamo individuato numeri molto diversi riguardo ai morti in Ucraina e così ci siamo chiesti: «Com’è possibile distinguere il vero dal falso?» La risposta che ci siamo dati è che occorre informarsi con spirito critico, senza fretta, riflettendo, verificando la fonte della notizia, confrontando più fonti, stando attenti non solo a quello che accade davanti a noi, ma anche a come e da chi ci viene raccontato.

Sui social sono apparse tante richieste di aiuto per i profughi, ma a chi rivolgersi per essere sicuri che i nostri aiuti arrivino a destinazione? Per noi diventa importante recuperare dei rapporti di fiducia. Il Comune di Sesto Fiorentino, in collaborazione con la Misericordia, ha promosso una raccolta di beni di prima necessità a cui la nostra scuola ha aderito. Ci fidiamo di coloro che incontriamo faccia a faccia, che ci mostrano in concreto come è possibile aiutare gli altri in prima persona. Per questo abbiamo deciso di conoscere meglio la realtà del volontariato intervistando il Governatore della Misericordia di Sesto, il dottor Sandro Biagiotti.

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