ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

La scrittura è organizzazione del pensiero

Alessio Orsingher dialoga con i ragazzi e racconta com’è nata la sua passione per il giornalismo e per i fatti di cronaca

MASSA La passione per il racconto arriva come vento caldo ed emoziona, anche se Alessio Orsingher, nostro concittadino che ora vive a Roma, parla da dietro uno schermo. Tante le domande che noi alunni delle terze giovedì 10 marzo abbiamo posto al giornalista di Tagadà, su Meet.

Come in un gioco di specchi si rivede in noi e ci svela che tutto è nato durante l’infanzia: «Matilde di Rohal Dahl, fantastica potenziale reporter, e il film Harriet la spia mi hanno indirizzato verso la professione, suscitando in me la voglia di raccontare perché ‘ci sono tanti modi di vivere quanta gente c’è al mondo e ognuno merita di essere conosciuto’». Alle elementari già scrive sul giornalino della scuola e alle medie partecipa al concorso Cronisti in classe. Gli anni della formazione scorrono intensi: liceo classico, scienze giuridiche, collaborazione con TeleRiviera e, dopo aver ottenuto il tesserino da pubblicista, il master a Milano, lo stage e il lavoro presso Class Cnbc sino all’esame per diventare giornalista professionista. Tante le persone che lo hanno incoraggiato: la fa-miglia, ma anche importanti giornalisti come Michele Santoro, Andrea Riscassi, Tiziana Panella, persone alle quali continua a dire grazie. Condivide con noi il ricordo dell’intervista che lo ha più commosso, quella a Liliana Segre: «Ricordo come era vestita e il suo sorriso chenascondeva un dolore antico trasformato in perdono». Dal 2015 è a Tagadà, programma di La7 condotto da Tiziana Panella, di cui è la spalla in studio. La sua giornata è ricca di impegni per una professione al servizio dei telespettatori: «Il complimento più bello per me – ci rivela Ales-sio – è quando qualcuno dice ‘Tagadà oggi è stato utile’». Le sue parole si addentrano poi nel rapporto con la scrittura: «Ciò che mi piace del mio lavoro è la possibilità di restare sempre curioso e poter dire che leggere ne è parte, perché non si può essere un buon giornalista se si è letto poco e non si può scrivere un buon articolo senza conoscere bene la grammatica, saper sintetizzare, essere chiari nell’esposizione e sapere organizzare il pensiero».

La velocità è un requisito che il giornalista deve avere, ma non deve andare a scapito del contenuto: la qualità si ha con l’approfondimento, l’elaborazione e l’analisi. A chi vuole intraprendere questo mestiere consiglia di essere intraprendente, di proporre idee proprie e di non aver paura di abbandonare la propria città. Infine ci chiede cosa pensiamo noi della comunicazione oggi e se ci sentiamo tutelati dal livello di informazione che riceviamo, «perché – sottolinea nel suo modo chiaro e profondo – è giusto che a dare la valutazione sull’informazione non sia chi la fa, ma chi la riceve».

Grazie Alessio, è stato un piacere ascoltarti.

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