Tessile tra passato, presente e futuro
A dare il via al commercio fu il mercante Datini. L’economia circolare? Fiorì dopo la Seconda guerra mondiale
Vi siete mai chiesti qual è stata la storia dell’industria tessile e dei suoi lavoratori a Prato? Dovete sapere che il tessuto pratese ha avuto alti e bassi durante il corso dei secoli. Nel Medioevo l’industria tessile si è sviluppata moltissimo grazie a Datini, un commerciante pratese rinomato per l’innovazione del commercio nell’industria tessile. Nel XVII secolo si ebbe una ricaduta dovuta ai lanaioli non svegli e poco attenti e per la lentezza nel processo della tintoria. Anche la rivoluzione industriale nata in Inghilterra non ebbe un grande effetto in Italia, ma i Pratesi i riuscirono a perfezionare il procedimento della rigenerazione del tessuto, o per meglio dire, degli stracci. Questa innovazione venne però interrotta durante il corso delle due guerre mondiali, ma al termine della seconda ci fu il vero e proprio boom economico. Negli anni’50 nasce l’acquisto degli stracci a basso prezzo che ha poi portato al processo per la realizzazione di lane rigenerate, che trasmettono un senso di rinnovamento. Questo procedimento è dato alla luce dal tipico cenciaiolo pratese, ovvero colui che ha un’importante esperienza tattile che lo porta a saper dividere per pesantezza, composizione e colore di ogni singolo cencio.
Nel secondo dopoguerra i cenciaioli aumentarono moltissimo poiché anche i ragazzini più piccoli passavano i pomeriggi a lavorare per cercare di guadagnarsi qualche soldo. È stato proprio grazie a questo incremento che Prato è riuscita a rialzarsi dalla crisi causata dalla guerra con una vera e propria rinascita del sistema economico locale. Gli anziani che praticavano questa professione hanno rivelato che è un mestiere difficile ma entusiasmante poiché si deve stare ore e ore in posizioni scomode accovacciati per ripetere sempre i soliti gesti, ma accadeva che potessero essere sorpresi da piccoli ritrovamenti tra le tasche e le cuciture.
Spiegano inoltre che dagli stracci si capisce un paese, poiché tra le mani avevano materiali che andavano da quelli tipici delle signore newyorchesi a quelli dei contadini italiani passando per quelli dei militari del nord Europa. Al giorno d’oggi le aziende pratesi si stanno impegnando nel rendere il loro mestiere sempre più amico dell’ambiente, con la produzione di filati sostenibili e a basso impatto ambientale. Il primo passo per creare tessuti rigenerati è quello di dividere i materiali, poi i tessuti vengono sfilacciati e in seguito vengono stratificati e filati mantenendo la colorazione originale. Questo processo dona maggior valore al tessuto finale rispetto all’originale e riduce la quantità di rifiuti incentivando l’economia circolare.