ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Dai videogames alla guerra reale

Pensieri e parole degli studenti, che commentano ad alta voce cronache e immagini degli attacchi in Ucraina

«Ci state rubando il nostro futuro»: dalla guerra vista solo nei videogiochi a quella reale. Con i professori abbiamo parlato in classe di cosa sta succedendo in Ucraina, poi il nostro compito è stato quello di riscrivere liberamente i nostri pensieri di cui abbiamo fatto un collage.

Ieri è storia, domani è un mistero ma oggi è un dono, ed è per questo che lo chiamiamo presente. E poi il nostro dono, lo tramutiamo in uccisioni e cavolate da politici malati di mente. E poi dite che ci state rovinando il nostro futuro, ma fate peggio che meglio…E poi dite che avete fallito, ma non provate a risolvere niente…E poi fate le guerre…E poi uccidete il pianeta…E poi la pandemia…E poi non poter vedere gli amici in faccia…E poi, e poi, e poi… Ma cosa pensate?! Me lo dite? Pensate che noi non siamo capaci di capire? Sentire? Pensate che siamo troppo piccoli per comprendere il male?! Me lo urlate oppure devo tenere un sorriso stampato in faccia come se niente fosse? Noi sorridiamo, ci comportiamo come se non ce ne fregasse nulla, ma è soltanto perché siamo terribilmente spaventati. Noi ragazzi la guerra l’abbiamo vista soltanto nei videogiochi, se muore qualcuno possiamo tornare indietro e cambiare il gioco e avere un’altra possibilità, ma quando ho visto alla televisione quella schifezza del carro armato russo che monta sopra una macchina che passava dall’altra parte della strada, non ci potevo credere, questo non succede nemmeno nei videogiochi, qui non si può tornare indietro.

Adesso ci chiediamo: «Ma noi che futuro avremo?». «Io – risponde uno studente – per questa cosa ho letteralmente paura, perché non so neanche come sia fatta una guerra e detto sinceramente non voglio neanche saperlo, non riesco a pensare ad altro se non a questa cosa, ai telegiornali si parla quasi sempre di questa cosa, io non ne posso più, cerco di non pensarci ma non ci riesco nemmeno un po’».

Dovevano essere gli anni più belli della nostra vita ma si stanno trasformando in un inferno.

«Vivo nella paura che possa arrivare a me – aggiungo un altro studente – e che non possa vivere la vita. E che diamine basta! Stiamo uscendo da questo periodo orribile e penso:” Evviva ora posso di nuovo vivermi la vita!” E invece no. Perché basta che penso al mondo tra qualche anno e non so cosa aspettarmi.

Io vorrei solo che i potenti di questo mondo cambiassero mentalità e la smettessero di sminuire altri Paesi meno potenti del loro. Ma finché non cambierà, il mondo resterà malato.

Grazie per averci rovinato l’adolescenza con il vostro egoismo!».

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