ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Margaritone di Arezzo (AR)

Tutti, tutte o…tutt*?

Da sempre noi giovani usiamo linguaggi estremamente differenti da quelli dei nostri genitori e dei nostri nonni

La stessa lingua italiana, come tutte le lingue parlate, subisce continuamente variazioni, parole vengono a mancare perché non si usano più e altre vengono create per descrivere oggetti o esperienze nate nel presente. Il linguaggio a scuola o in famiglia è diverso da quello che usiamo nelle chat o sui social.

Noi ragazzi stiamo tentando di operare un cambiamento importante nell’uso scritto e orale della lingua per renderla inclusiva, non sessista come è da secoli.

La lingua italiana e basata su un principio androcentrico: l’uomo e il parametro, intorno a cui ruota l’universo linguistico.

Esempio paradigmatico: la parola «uomo» può riferirsi sia al «maschio della specie» sia alla «specie stessa», mentre la parola «donna» si riferisce soltanto alla «femmina della specie».

Nella nostra lingua per un gruppo di persone misto, cioè uomini e donne si utilizza il plurale maschile. Nelle nostre classi gli insegnanti si rivolgono a noi usando il maschile: “ragazzi, prendete i libri”, “i ragazzi di terza sono in aula magna” . Se poi sfogliamo giornali o ascoltiamo programmi Tv acquisiamo ancora più consapevolezza di quanto profondamente la nostra lingua sia intrisa di forme sessiste e di valori patriarcali. Ma la società che vogliamo noi giovani è molto diversa, è à inclusiva, dove stereotipi, etichette non trovino più posto, dove un genere non sia predominante sull’altro, dove centrale sia la persona, al di là di qualsiasi classificazione. E quindi? Cominciamo dal linguaggio: vogliamo l’uso sia del plurale maschile che di quello femminile o vogliamo introdurre un neutro (il latino ci indica la via) per rivolgerci anche a tutte quelle persone di genere non binario (chi non si identifica né in maschio né in femmina) che sono fra noi.

Ed ecco che in molte nostre chat per utilizzare il genere neutro nello scritto si usa l’asterisco (tutt*) che implica tutti i generi.

L’asterisco nello scritto è di fatto ormai diventato un simbolo di totalità rappresentativa. In alternativa all’asterisco si usa mettere anche la “X”, la “”(schwa).E come va letto? È soggettivo, molti non lo leggono, alcuni lo leggono sia al maschile che al femminile e altri lo leggono “tuttx”. E con chi è di genere non-binario? Come faccio a dire che è bellissim*? Posso trovare un altro modo per dirlo, ad esempio “oggi sei proprio solare”.

Perché cambiare il linguaggio e non realizzare una società inclusiva, non sessista? Ma le leggi non bastano a modificare la societa, la lingua che si usa e il mezzo piu pervasivo di trasmissione di una visione del mondo Perché qualcosa esista deve avere un nome e cambiare il linguaggio significa cambiare la realtà, creare nuove forme e lasciar cadere quelle che non hanno motivo di esistere.

Votazioni CHIUSE
Voti: 14

Pagina in concorso