ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Alighieri-Pascoli di Città di Castello (PG)

Inclusione, esperienze cittadine

A Città di Castello ci sono l’oratorio Don Giovanni Bosco, Altrove e il doposcuola di Riosecco

A Città di Castello sono presenti alcuni centri che riuniscono i giovanissimi in gruppi con attività educative, come l’oratorio Don Giovanni Bosco, Altrove e il doposcuola di Riosecco, che nel 2021 ha festeggiato i cinquant’anni di attività. A Riosecco, dal 1971 ogni giorno tanti ragazzi, dagli undici ai diciott’anni, portano avanti quest’esperienza, che – come dice don Achille, il fondatore– non è una scuola con il maestro e l’alunno, ma un educarsi l’un l’altro, grandi e piccoli, «con la mediazione del mondo».

Si legge insieme il giornale, si discute su ciò che sta a cuore ai ragazzi, si coltiva l’orto e si preparano le recite in dialetto per le feste di Natale. «Nel doposcuola Altrove gli educatori si impegnano a far relazionare i bambini, e stando con loro ritrovano il proprio “io“, lavorando affinché anche i giovani che frequentano l’oratorio possano fare altrettanto», ci ha detto Silvia A., la responsabile. Forse è riduttivo chiamarli “doposcuola” anche perché fanno molto di più: il loro obiettivo è l’inclusione, perciò, non sono i ragazzi a farsi accettare, ma è il gruppo, con un processo spontaneo, ad integrare i bambini provenienti da situazioni etiche, sociali, familiari del tutto diverse. Proprio per queste differenze, ci racconta Beatrice G. dell’oratorio Don Giovanni Bosco, non risulta facile coinvolgere tutti i bambini in attività fondamentali come la preghiera, a causa delle religioni e tradizioni differenti. Nonostante ciò, gli animatori cercano di integrare tutti i partecipanti a prescindere dall’età o dalle origini, così ognuno prega perla propria religione. Molto utile a questo fine sono i momenti conviviali con piatti cucinati dalle famiglie dei ragazzi provenienti da vari Paesi. Frequentando questi centri, tanti ragazzi riscontrano dei cambiamenti positivi, come Ismael: «Il doposcuola Altrove mi ha permesso di imparare a non temere chi è diverso, ma bensì a conoscerlo meglio»; continua Nicolò: «Frequentando questo gruppo, ai miei occhi la diversità è passata da essere un fatto negativo, a una fonte di arricchimento».

I ragazzi insieme ai volontari affrontano la fase adolescenziale della loro vita, e hanno la possibilità di coltivare le proprie passioni come fotografia, musica, lettura creativa ed arte con dei laboratori, ma in alcuni casi anche il periodo di passaggio verso la maturità: i ragazzi vicini al diploma si esercitano a scrivere un curriculum, preparandosi all’esperienza dei colloqui di lavoro. Mentre i ragazzi crescono come dentro una seconda casa, gli educatori sono felici di andare avanti negli anni coltivando la loro passione educativa, appagati e orgogliosi di aver fatto la differenza per questi giovani.

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