ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Baciccia, partigiano venuto dal mare

La storia del giovane che portava i rifornimenti ai combattenti e fu ucciso dai nazisti vicino ad un torrente

Tra la gente di Rossano è ancora vivo il ricordo di “Baciccia”, il partigiano ucciso dai tedeschi nelle acque della Colombara. Lì non c’è nessuna lapide che lo ricordi…eppure la meriterebbe.

Prospero Castelletti, detto “Baciccia”, proveniva da Camogli.

Essendo antifascista, aveva preso la via dei monti per sfuggire ad una condanna a morte. Era attivo nella zona del monte Picchiara (nel territorio di Zeri, al confine con la Val di Vara), ed essendo a stretto contatto del Colonnello “Balbi”, supportava il maggiore Gordon Lett nell’organizzazione del Battaglione Internazionale.

Baciccia era l’addetto ai rifornimenti, girava per i paesi dicendo: “Io non mangio, io non bevo, io non dormo”. Con queste parole lui voleva sottolineare le sue notti insonni alla ricerca di cibo per rifornire i partigiani.

Probabilmente il suo soprannome significava “ragazzo”, cioè staffetta o porta-ordini, tuttofare. Lo storico Giulivo Ricci lo descrive sempre allegro e pronto ad ogni fatica.

Il 21 gennaio 1945, durante un terribile rastrellamento a Rossano, Baciccia viene catturato da un gruppo di nazifascisti. Ma ad un certo punto, i muli e gli asini che trasportavano le vettovaglie scivolano sul ghiaccio e non riescono a proseguire, e lui nel trambusto generale riesce a fuggire. Però poi, a causa del terreno ghiacciato, Baciccia scivola sopra la cascata della Colombara e si rompe una gamba.

Il partigiano comincia a gridare e a quel punto i tedeschi lo sentono e inviano un soldato ad ucciderlo. Baciccia viene finito con una raffica di mitra nelle acque della cascata della Colombara il 21 gennaio 1945 all’età di 39 anni, proprio mentre tentava di risollevarsi. Gli abitanti di Rossano la sera stessa vanno a recuperare il suo corpo che viene seppellito nel cimitero della chiesa di San Giovanni al Chioso. Finita la guerra, Baciccia viene riportato nella sua città natale e insignito di Medaglia d’argento al valor militare.

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