ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

«Se ti fa del male, non è amore»

Servono leggi senza sconto e forme di protezione per combattere la violenza che si annida dentro casa

VIAREGGIO Nel corso dell’anno scolastico le ragazze della classe 3B della Scuola Media Jenco si sono impegnate in una campagna per la protesta contro la violenza sulle donne, domestica, fisica e psicologica. Fin dall’antichità le donne sono state viste come oggetti, con l’unico scopo di cura della casa e dei figli. Ancora oggi, nonostante i pari diritti, esistono situazioni di discriminazione e maltrattamento anche molto gravi. Le ragazze si sono impegnate per scrivere un articolo che testimoni e aiuti a fermare per sempre questi comportamenti. La violenza si presenta sotto molti aspetti, può essere fisica, psicologica, sessuale e stalking. Tutti sono dannose e si tratta di abusi verso le femmine perché più deboli fisicamente e comunque discriminate. La violenza fisica è la più facile da riconoscere, ma purtroppo non è l’unica. Non esiste un profilo della donna-tipo che subisce violenza. La violenza può coinvolgere tutte le donne e bambine, in questo caso si parla di violenza assistita. Tutti i tipi di mole-stie sono incentrate al potere e controllo dell’uomo sulla donna, che considera inferiore.

Femminicidio è un termine usato per indicare l’assassinio di una donna compiuto per un movente strettamente legato al fatto che la vittima sia femmina, quindi, anche il motivo per cui viene uccisa è culturale. Chi compie il femminicidio, infatti, è qualcuno che considera la moglie, la compagna, l’amica o la donna incontrata casualmente, non un essere umano di pari dignità e di pari diritti, ma un oggetto di cui è proprietario: se la proprietà viene negata, scatta la violenza. Dai dati statistici emerge che, mentre gli omicidi diminuiscono, i femminicidi e gli altri atti violenti (aggressioni, percosse, violenze sessuali) sulle donne aumentano: sono ancora poche le denunce ed è preoccupante perché significa che le vittime provano vergogna o hanno paura di non essere credute o appoggiate adeguatamente.

Alcune strategie per fermare questi atti potrebbero essere applicare le leggi senza attenuanti e sconti e offrire protezione alle vittime (spesso si scopre che la vittima aveva più volte chiesto aiuto, ma non era stata protetta) Purtroppo, questo non viene sempre fatto, perché nella maggior parte dei casi le donne che denunciano violenze non vengono prese sul serio e sminuite, cosa che le porta a peggiorare ulteriormente la loro situazione.

Bisogna esortare tutte le donne e ragazze che vivono in situazioni di violenza domestica a farsi coraggio e combattere, e non sentirsi mai sole. Ricordiamo, però, che non dovrebbero essere le donne a denunciare gli uomini, dovrebbero essere gli uomini i primi che non commettono queste brutalità. Nel 1999 le Nazioni Unite hanno deciso che il 25 novembre debba essere ricordato come giornata mondiale per eliminare la violenza sulle donne.

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