ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Campioni non soltanto sul podio

Sportivi che si sono ribellati davanti a grandi ingiustizie o hanno saputo abbracciare cause importanti

È possibile l’eroismo nello sport? Certo che sì. E quando? Tutte le volte in cui un vero sportivo ha ritenuto normale ribellarsi davanti a grandi ingiustizie, oppure quando ha saputo abbracciare cause di profonda importanza sul piano umano o ancora diventare un modello di vita con il proprio comportamento. Pensiamo a Gino Bartali, vincitore di tre Giri d’Italia e due Tour de France. Forse non tutti sanno che è possibile leggere il suo nome sul Muro dei Giusti a Gerusalemme. Lui non amava parlarne ma con i suoi «chilometri per la vita«, percorsi tra la Toscana e l’Umbria, nel ‘43 salvò molti ebrei perseguitati. Le continue deportazioni non lo lasciarono indifferente; per questo si accordò con un tipografo di Assisi che creava documenti falsi per le persone perseguitate. Il compito di Bartali era di portarli a Firenze e dintorni, nasconden-doli nell’intelaiatura metallica e nella sella della sua bicicletta.

«Mi piacerebbe essere ricordato come un uomo che non ha mai venduto la sua gente. Ma se questo è troppo allora come buon pugile». Parole del campione di pugilato americano, Muhammad Alì, che lottò sempre contro l’ ingiustizia della segregazione razziale. La sua vitaè stata un po’ burrascosa, ma sempre in difesa dei diritti e della dignità della gente di colore e non solo. Pensiamo al velocista australiano Peter Norman e al suo intervento durante i Giochi olimpicidel1968,quandoespresse la sua solidarietà alla causa di due atleti afroamericani, Smith e Carlos, indossando, durante la cerimonia, lo stem-ma dell’Olympic Project of Human Rights, movimento in difesa dei diritti dei neri. Schierarsi dalla loro parte era molto rischioso, ma lui non si tirò indietro. Infatti fu ferocemente condannato dai media australiani e subì boicottaggi da parte delle organizzazioni sportive del suo paese.

Semplicemente eroe è stato Simon Kjaer, calciatore danese, nominatoCalciatoredanesedell’ anno nel 2021 perché durante la partita Danimarca vs Finlandia ha salvato la vita al suo compagno di squadra Eriksen, colpito da un malore, mettendogli la mano in bocca e tirandogli fuori la lingua. Gesto di grande prontezza, coraggio e altruismo. Che dire allora di Alex Zanardi, eroe dei nostri tempi, da grande pilota di Formula Uno ad Alex campione di Handbike, Alex Iron-man, che ha saputo fare delle avversità della vita una nuova opportunità. Oppure pensiamo a Bebe Vio, campionessa paralimpica di scherma, alla sua tenacia alla sua determinazione augurandoci che possa diventare un esempio per tanti giovani che si buttano giù.

Votazioni CHIUSE
Voti: 22

Pagina in concorso