ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Gli animali non sono un giocattolo

I cani e i gatti non si abbandonano perché questo può comportare la loro morte. Ci sono altre soluzioni

Quando abbiamo dovuto scegliere l’argomento di cui trattare nel nostro articolo, abbiamo deciso di procedere in modo «democratico»: ognuno di noi ha proposto un argomento che riteneva degno di essere approfondito, poi abbiamo votato. La maggioranza è andata al tema dell’abbandono degli animali: molti di noi hanno un amico a quattro zampe a casa, ma anche gli altri hanno evidentemente sentito quanto questo problema sia attuale. L’abbandono degli animali domestici è un argomento di cui, purtroppo, sentiamo parlare troppo spesso, soprattutto nei periodi che precedono le vacanze. I dati sono allarmanti: ogni anno in Italia si stima che siano abbandonati una media di 80.000 gatti e 50.000 cani, senza contare uccelli, rettili, animali esotici, conigli e roditori.

Recentemente, poi, abbiamo assistito ad un fenomeno causa-to dalla pandemia di Covid 19: molti hanno adottato animali domestici durante il lockdown, bisognosi di compagnia o svago, per poi disfarsene dopo. Spesso, infatti, il problema sta all’origine: si sceglie di prendere un cane per quei begli occhioni da cucciolo o per accontentare un figlio, senza pensare al domani, alle necessità e all’impegno che l’animale comporta. Abbandonare un animale significa quasi sicuramente condannarlo a morte. Molti finiscono feriti o uccisi dalle auto, inoltre diventano loro stessi un pericolo per gli auto-mobilisti che rischiano incidenti per evitarli. Ma cosa dice la legge? In Italia l’abbandono di tutti gli animali è vietato dall’art. 727 del Codice Penale. La legge dice che chiunque abbandoni animali domestici è punito con l’arresto fino ad un anno o con una multa dai 1000 ai 10.000 euro.

Purtroppo, però, se manca la prova diretta dell’abbandono è molto difficile trovare il colpevole ed anche l’introduzione del «microchip», come strumento di riconoscimento, ha solo parzialmente migliorato le cose.

Alla luce di questi dati, che ab-biamo ottenuto da molteplici ricerche per documentarci, ci siamo interrogati su quali possano essere delle soluzioni pratiche per porre un freno al problema.

Abbiamo sintetizzato le nostre idee in una domanda con tre possibili risposte e poi abbiamo provato a indagare quanto esse potessero avere successo, intervistando amici e conoscenti. Vogliamo, però, terminare con alcune considerazioni derivanti dalla nostra esperienza o dal buonsenso, utili a permettere ai nostri amici animali di essere rispettati e ai loro padroni di portarli più facilmente con loro: ad esempio tutte le compagnie aeree dovrebbero permettere agli animali di stare in cabina, d’altra parte tutti i proprietari di animali domestici dovrebbero sempre curarsi di pulire i loro bisogni e far in modo che non danneggino le strutture ricettive. Bisogna essere consapevoli delle necessità dei nostri amici e rispettarle, come fornire loro acqua, cibo e cure adatti alla loro specie, e non separare i cuccioli dalle loro madri prima del tempo dovuto. Noi ragazzi della 1ª A ci impegneremo sempre a migliorare la vita di coloro che si possono definire veri membri delle nostre famiglie.

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