ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Hikikomori, troppe famiglie in ansia

Le pressioni e le aspettative della società schiacciano i giovani. Eccco l’analisi di un fenomeno mondiale

Con il termine Hikikomori si indicano le persone che decidono volontariamente di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi (si può trattare di mesi o anni). Si rinchiudono nella propria abitazione o addirittura nella propria stanza, senza nessun contatto diretto con il mondo esterno. Nei casi più gravi perdono anche il contatto con i familiari. La parola “Hikikomori” infatti in giapponese significa “stare in disparte” o “staccarsi”. Il fenomeno nasce in Giappone dove, attualmente, si contano oltre un milione di casi; riguarda soprattutto persone di età compresa tra i 20 e i 40 anni, prevalentemente maschi (90%). Ma quali sono i fattori che contribuiscono a far nascere il fenomeno? Cause caratteriali: gli Hikikomori sono spesso ragazzi timidi e sensibili, per questo fanno fatica a integrarsi in un gruppo e ad a affrontare le difficoltà e le delusioni della vita. Situazioni familiari: spesso gli Hikikomori hanno genitori separati o uno dei due risulta assente in famiglia. Si rileva una mancanza di comunicazione e la difficoltà a relazionarsi; questo porta al rifiuto di aiuto da parte del figlio. Scuola: l’ambiente scolastico viene molte volte vissuto in modo negativo, per lo stress dei voti, la pressione dei professori e dei genitori o eventi di bullismo, rappresentati da derisioni, forme di abuso ed esclusione dal gruppo. Cause sociali: gli Hikikomori hanno una visione molto negativa della società, non vogliono o non riescono a integrarsi. La società li schiaccia con aspettative per cui non si sentono all’altezza. Le conseguenze possono essere, oltre all’isolamento, la nascita di disturbi psicologici, le dipendenze da internet e dai videogiochi. Queste ultime infatti non sono una causa in quanto spesso si manifestano dopo l’isolamento. Ma chi pensa che questo fenomeno riguardi solo il Giappone, si sbaglia. Negli ultimi anni si sta infatti scoprendo che colpisce anche altri Paesi, compreso il nostro. Non ci sono ancora dati ufficiali in Italia, ma si stimano almeno 100 mila casi di ragazzi reclusi nella propria stanza.

A differenza di ciò che accade in Giappone, in Italia la fascia di età interessata è compresa tra i 14 e i 30 anni. Il periodo più delicato è il passaggio dalle scuole medie alle scuole superiori, infatti l’età media in cui si manifestano i primi segnali evidenti di Hikikomori sono intorno ai 15 anni. Il sito gestito dall’associazione “Hikikomori Italia” fornisce informazioni sul fenomeno ed una chat di supporto. Inoltre ha organizzato un sondaggio che ha coinvolto 288 genitori di ragazzi Hikikomori, da cui si è scoperto che l’87% delle famiglie coinvolte ha un figlio maschio.

Votazioni CHIUSE
Voti: 74

Pagina in concorso