ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Masaccio di San Giovanni Valdarno  (AR) - 1A

Masaccio e Angelico, stupore dell’arte

La direttrice del Museo della Basilica racconta la grande mostra di San Giovanni

Ne hanno parlato anche all’estero. La mostra «Masaccio e Angelico – Dialogo sulla verità nella pittura» che si è svolta da settembre 2022 al febbraio scorso a San Giovanni ha riscosso un grande successo, celebrando due artisti importantissimi per la città, come conferma la direttrice del Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie Michela Martini: «Da molti anni il Comune voleva realizzare un evento dedicato a Masaccio e al Beato Angelico e l’occasione è arrivata grazie all’incontro con il direttore degli Uffizi, la Galleria di Firenze da dove provenivano in prevalenza le opere poi esposte. Altri prestiti, invece, facevano parte di collezioni private, di Milano e americane, e anche se il numero non è stato enorme, una quindicina in tutto, venivano da varie parti del mondo.

Quali personaggi famosi hanno visitato la mostra?«ono venute persone molto conosciute, da esponenti delle istituzioni a studiosi e storici dell’arte. Senza dimenticare gli operatori della comunicazione, ad esempio il blogger WikiPedro, molto seguito anche dai ragazzi sui social. E’ riuscito a raccontare Masaccio e Angelico in modo simpatico, divertente e immediato, dimostrandosi un ottimo divulgatore».

E’ vero che in un primo momento la mostra doveva finire a gennaio? «Sì, ma il gradimento del pubblico e l’interesse suscitato hanno permesso di farla durare quasi cinque mesi e, comprese le visite degli studenti, si sono sfiorate le diecimila presenze».

Cosa significa per San Giovan-ni avere l’Annunciazione del Beato Angelico? «Si può definire il capolavoro del Museo della Basilica ed una delle tre annunciazioni dipinte dall’Angelico con la tecnica della tempera su tavola. L’artista amava molto il tema e lo ripeteva spesso ma si occupava anche di miniature di codici, di reliquiari e di opere di dimensioni più piccole, fino alle grandi pale d’altare».

Se volessimo dargli un valore economico? «E’ inestimabile. Quando si chiede o si presta un dipinto, la Soprintendenza fissa un valore assicurativo che non corrisponde a quello reale e in questo caso sarebbe di diversi milioni di euro».

Da quanti anni dirige il Museo della Basilica? «Potrei dire da tempo immemorabile. Diciamo, però, che formalmente ho iniziato nel 2000.

Guardando avanti l’obiettivo è di rendere il Museo sempre più accessibile e davvero per tutti.

Stiamo raccogliendo fondi per poter permettere a chi non ha la possibilità di vedere o di sentire bene, di avvicinarsi all’arte e di poter toccare i capolavori del passato». Valentina Zucchi è la direttrice del Museo delle Terre Nuove di Palazzo D’Arnolfo, l’altra sede della mostra su Masaccio e Angelico.

Come si organizza una mostra d’arte? «Sono necessarie molte risorse scientifiche, economiche e umane. E ci vuole l’idea. Bisogna capire se vale la pena organizzare quella mostra con quelle opere.

Si inviano, poi, le richieste di prestito ai proprietari dei dipinti, allegando il progetto e le condizioni di esposizione. Definito l’elenco, scatta la parte organizzativa vera e propria».

Quanto c’è voluto per allestire la mostra? «Circa un anno e l’allestimento finale è durato una quindicina di giorni» In base a quale criterio avete scelto i quadri? «Siamo partiti da Masaccio, grande pittore di San Giovanni, e dal Beato Angelico perché la città custodisce l’Annunciazione. Capisaldi di un percorso di riflessione sull’indagine della verità nella pittura».

Quali attrezzature servono per trasportare i capolavori? «Possono essere movimentati solo da personale specializzato.

Vengono imballati e sistemati in casse per viaggiare in sicurezza. Alla partenza e all’arrivo le opere sono analizzate per verificarne lo stato conservativo». Sindaco Vadi, da dove è partita l’idea di allestire la mostra su Masaccio e Beato Angelico? «C’era sempre stato il sogno, anche di chi mi ha preceduto, di portare qui le opere degli Uffizi.

E intorno al maggio 2020 uscì su “La Repubblica” un articolo con l’intervista ad Eike Schmidt, direttore della Galleria fiorentina. Parlava del progetto degli Uffizi Diffusi e dell’idea di spostare opere da Firenze nel resto del territorio toscano. A quel punto abbiamo inviato una lettera che ho firmato e ci siamo proposti a Schmidt per diventare una delle sedi di questo grande circuito.

Dalla risposta positiva è partito il lavoro».

Perché sono stati scelti Palazzo d’Arnolfo e il Museo della Basilica per ospitare la mostra? «Nella nostra città ci sono tre musei civici e i due scelti si prestavano meglio ad accogliere una mostra legata alla storia, mentre Casa Masaccio è più adatta all’arte contemporanea».

Ci saranno altre collaborazioni con gli Uffizi? «Sì, già nel settembre prossimo dedicheremo un’altra mostra a un artista sangiovannese del 1600. Al momento, però, non posso anticipare nulla». STUDENTI Caporedattore Duccio Simonti Redattori Edoardo Baldi, Nico Braccolino, Lara Brussa, Alessio Capozzo, Leonardo Damiani, Armel Dani, Vittoria Eluci, Teresa Falanga, Marsel Goci, Niccolò Paolicchi, Riccardo Pasquini, Ginevra Prizreni, Ruben Romolini, Giorgia Rozzonelli, Lorenzo Santagata, Ginevra Scarpino, Alessandro Tanturli, Matilde Testa INSEGNANTI Fabiana L’Abbate Giustino Bonci PRESIDE Francesco Dallai LA REDAZIONE

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