ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Padre Guido Alfani di Sesto Fiorentino (FI) - 2A

Boomer e Z, generazioni a confronto

Come sono cambiati abitudini e strumenti di comunicazione tra gli anni Cinquanta e il nuovo secolo

SESTO FIORENTINO Negli ultimi decenni le abitudini sono molto cambiate e ci è sembrato interessante confrontare il modo di vivere della nostra generazione, la generazione Z, con quello dei nostri nonni, i baby boomer. La lingua italiana si è modificata nel tempo: nel secolo scorso, per esempio, i modi e i tempi dei verbi erano usati ancora tutti, mentre oggi il congiuntivo non viene quasi più utilizzato e anche il passato remoto per noi ragazzi è veramente «remoto». Molte parole sono mutuate dalla lingua inglese, anche quando ci sono termini italiani che possono esprimere lo stesso concetto. Le nostre nonne, quelle che lavoravano come segretarie, si servivano della stenografia per abbreviare le parole e scrivere velocemente; oggi noi facciamo un po’ la stessa co-sa nella messaggistica (ad esempio pk, nn, cmq).

Anche l’abbigliamento è cambiato: prima solo le famiglie più agiate si vestivano con abiti eleganti, mentre in quelle povere gli abiti erano meno pregiati e i bambini indossavano dei vestiti passati da fratello a fratello.

Adesso i ragazzi sono condizionati dalle nuove mode, spendo-no anche centinaia di euro per un paio di scarpe che, magari, dopo qualche mese non mettono più, e postano sui social ogni nuovo acquisto. E che dire del tempo libero? I bambini di cinquant’anni fa erano liberi di giocare in strada senza preoccuparsi delle automobili che passavano, anche perché erano molte meno. Andavano in bicicletta, giocavano a palla con gli amici, saltavano la corda, ma si trovavano anche a casa di amici per giocare con le bambole, con il Lego o con le costruzioni.

Indubbiamente le troppe automobili e i pochi spazi verdi non aiutano, però è vero che noi preferiamo lo smartphone, da cui siamo quasi dipendenti, o la televisione. Secondo alcuni la tecnologia porterà lentamente a estraniarsi sempre di più e a perdere i contatti umani. Per le nuove generazioni gli smartphone rappresentano una seconda vita, mentre per gli anziani sono spesso un problema, perché hanno sempre paura di commettere qualche errore a usarli. Certo i telefoni, come i computer, hanno i loro pro e i loro contro.

Sono utili per cercare informazioni e per essere sempre informati su cosa succede nel mondo, grazie anche ai giornali digitali, e durante la pandemia sono stati fondamentali per mantenerci in contatto, seppure un contatto virtuale. D’altro canto, il loro uso riduce i rapporti umani e può creare dipendenza: sono pericolosi se usati nella maniera sbagliata, anche se sono nati per una buona ragione.

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