ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Una storia apuana: Mazzini e il suo pensiero

A 150 anni dalla morte riscopriamo l’uomo che molti considerano il profeta del Risorgimento e dell’ideale repubblicano

L’attività politica di Giuseppe Mazzini e la provincia di Massa Carrara hanno legami molto più stretti di quanto molti lettori potrebbero immaginare: il “Mazzinianesimo” si radicò presto in terra apuana. Già nel 1831, anno di fondazione della Giovane Italia, il carrarese Domenico Cucchiari cercò di far sollevare la popolazione di Massa e Carrara contro il dominio estense; il progetto fallì e l’uomo abbandonò il paese ma nel 1848 lo ritroviamo a Milano, all’indomani delle “5 giornate”, invitato da Mazzini in persona. Si colloca invece tra storia e leggenda la notizia, ritenuta attendibile da alcuni studiosi, secondo cui, dopo la tumultuosa esperienza della RepubblicaRomana,GiuseppeMazzini, in viaggio verso l’esilio marsigliese, avrebbe sostato a Massa (a Santa Lucia o a Castagnola) ospite per una settimana della famiglia Nardini: l’Apostolo dell’Unità si sarebbe fatto passare per operaio di un frantoiocosì da sfuggire ai controlli della polizia estense. Anche dopo la fondazione del Partito d’Azione (1853) il territorio apuano continuò a rivestire un ruolo di primaria importanza nei progetti di Mazzini, tanto che egli incaricò direttamente il noto patriota Giacomo Ricci, assistito dal carrarese Giuseppe Fontana, diorganizzare insurrezioni repubblicane “in tutte le parti ov’ei può tra Magra, Arno ed Appennini”: egli collaborò con Felice Orsini (l’attentatore di Napoleone III), al quale Mazzini inviò a tale scopo 6000 fiorini. Il fallimento di tali tentativi in Lunigiana spinse buona parte dell’opinione pubblica apuana ad abbraccia-re come unica valida opzione per il raggiungimento dell’unità il progetto monarchico di Cavour e Vittorio Emanuele II. Le celebri parole pronunciate dal Re di Sardegna al Parlamento con cui annunciava l’inizio della seconda guerra d’indipendenza nel 1859 («Non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di noi») facevano riferimento, secondo lo storico Daniele Canali, ad una lettera inviata al sovrano dal carrarese Emilio Lazzoni, in precedenza mazziniano ed impegnato dieci anni prima nella difesa della Repubblica romana.

Dall’ambiente mazziniano vengono anche i tre cittadini apuani che si imbarcarono a Quarto con Garibaldi dando vita all’epopea dei Mille: i carraresi Bernardo Orlandi e Stefano Nelli e il massese Francesco Frediani. Insomma, se le aspirazioni repubblicane di Mazzini dovettero attendere un secolo per affermarsi, il suo pensiero e la sua attività seppero radicarsi in questa terra permettendole di dare il suo contributo al Risorgimento nazionale.

Votazioni CHIUSE
Voti: 210

Pagina in concorso