ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Nottolini di Lammari (LU) - 3A - 3C

«Il teatro? Una lezione di vita»

Ragazze e ragazzi della Media hanno partecipato al laboratorio teatrale. Ecco la loro esperienza

Per emozionarsi ed emozionare, per socializzare e condividere, per diventare adulti che sanno mettersi in gioco. Forse siamo stati davvero fortunati! Arrivati alla fine di questo lungo anno scolastico, scandito dal susseguirsi di mille prove e messe in scena del nostro spettacolo, la conclusione alla quale siamo giunti è questa. Siamo stati fortunati ad avere avuto l’opportunità di avvicinarci al teatro sia come attori che come spettatori e oggi, nonostante le tante paure e insicurezze iniziali, rifaremmo tutto daccapo.

È un privilegio conoscere una delle arti più antiche e poter riflettere su come ci si senta una volta sul palco, quando il pubblico attento guarda con occhi pieni di aspettative, e arrivare lì, inscena, dopo tante prove, vogliosi di dare risposte, di entusiasmare ed essere applauditi.

Non ci saremmo mai interrogati sull’impegno necessario a far sì che tutto il meccanismo funzioni a puntino, che gli incastri tornino, che la responsabilità di uno sia quella di tutti e che successo e insuccesso di tutti corri-sponda al successo e all’insuccesso di ognuno.

Poche settimane fa, dopo aver più volte recitato, abbiamo assistito ad uno spettacolo teatrale ed il nostro applauso finale all’attore ci è parso più consapevole, un applauso di ringraziamento; quell’attore ci ha trasmesso una storia, tante emo-zioni e la voglia di metterci in gioco! E noi, non più a pretendere la perfezione, abbiamo desiderato con lui che lo spettacolo riuscisse ed emozionasse. Il laboratorio teatrale ci ha insegnato a darci un obiettivo, ad assumerci delle responsabilità e a desiderare di conoscerci.

Grazie al teatro due classi quest’anno si sono unite. Da quasi non riconoscerci nel corridoio a causa delle mascherine e delle tante restrizioni imposte dal Covid, 45 ragazzi, ognuno con le sue caratteristiche, hanno dato vita ad una bella e unica voce corale.

Abbiamo desiderato l’amicizia fatta di abbracci e di contatti e ci siamo uniti diventando importanti gli uni per gli altri… questa è la lezione del teatro!

 

Alla fine della nostra esperienza teatrale, dopo aver più volte messo in scena lo spettacolo “Bulli, vittime e spettatori… tutto normale?“ e aver riscosso il gradimento di compagni, docenti e familiari, abbiamo deciso di intervistare il nostro regista Andrea Berti.

Da dove prendi spunto per i tuoi spettacoli? «Le idee arrivano leggendo testi teatrali, vedendo film che possono essere adattati a spettacolo teatrale e osservando problemi e vicende particolari che caratterizzano la nostra società. Mi piace che lo spettacolo teatrale mandi messaggi e faccia riflettere». Il fatto che affronti il tema del bullismo nei tuoi spettacoli ha in qualche misura a che fare con la tua vita? «No, non ho avuto particolari esperienze negative in merito al bullismo. Penso che sia un argomento utile da trattare nelle scuole».

Perché hai scelto di fare teatro nelle scuole? «Semplicemente per sfida con me stesso. “Sarò in grado?”, mi son chiesto. Non nascondo che avevo un po’ di timore a curare laboratori per alunni delle scuole medie, ma è andata bene e ora, dopo tanti anni di collaborazione con la scuola di Lammari, sono convinto di aver fatto la scelta giusta».

Quale ricordo ti rimarrà del nostro gruppo? «Cosa mi resterà? Direi l’ascolto, l’amicizia e l’affetto degli alunni.

Per me è importante creare un bel rapporto con i ragazzi; un rapporto fatto di severità, ma anche di amicizia. Che dire del gruppo degli alunni di quest’anno? Agitati ma, alla fine, corretti, precisi ed emozionanti».

Hai notato trasformazioni nei ragazzi con cui hai lavorato? «Sì! Qualcuno grazie al teatro è cresciuto, acquisendo sicurezza, senso di responsabilità, fiducia negli altri e rispetto degli altri. C’è poi chi dovrebbe seriamente pensare a continuare con la recitazione».

 

Tra le cose che abbiamo imparato, forse anche grazie a Pirandello e alla sua teoria delle maschere, c’è la presa di coscienza che ognuno di noi, sul palcoscenico come nella vita, indossi varie maschere: quella di studente, di amico, di figlio; alcuni quella del bullo o della vittima… o, ancora, dello spettatore. Nel nostro spettacolo, ambientato in una realtà adolescenziale in cui prendono vita vari personaggi, alcuni di noi hanno avuto difficoltà a indossare la maschera di ragazzi forti e spavaldi, essendo nella realtà timidi ed introversi; altre volte nella parte di spettatori indifferenti, tutti noi abbiamo dovuto assistere a scene in cui ragazzi venivano bullizzati senza agire.

In quei momenti, sul palco, non eravamo noi stessi, o perlomeno solo in parte… Questo ci ha aperto gli occhi.

Ci ha fatto capire quanto sia importante intervenire in prima persona, senza rimanere lì, immobili, spettatori inermi che lasciano che il brutto accada…

Questa pagina è stata realizzata da numerose alunne e alunni della scuola Media «Nottolini» di Lammari.

Come sempre dunque questo spazio lo dedichiamo proprio alle classi protagoniste i cui studenti e studentesse hanno realizzato articoli e titoli.

La redazione dei Cronisti in Classe della “Nottolini“ di Lammari è composta da tutti gli alunni delle classi 3C e 3A.

Docente tutor: Anna Lisa Del Carlo.

Dirigente: Nicola Preziuso.(In alto, giovani al pc, in una foto di archivio)

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