ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Gabelli di Perugia (PG) - Redazione

Al Creo vince il lavoro di squadra

Ricercatori per un giorno: viaggio all’interno del Centro di eccellenza del Santa Maria della Misericordia

Qualche settimana fa, abbiamo visitato il CREO: Centro di ricerca emato-oncologico nato all’interno dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. E’ un centro di eccellenza all’avanguardia che si occupa della diagnosi genetica e della cura delle emoglobinopatie, malattie dei globuli rossi, come ad esempio la talassemia o “anemia mediterranea” che negli ultimi anni sono fortemente aumentate nelle nostra regione, anche per i crescenti flussi migratori.

All’interno del centro ci sono numerosi laboratori di genetica dei tumori, di istopatologia, dedicati allo studio degli anticorpi, delle malattie del globulo rosso, all’interno dei quali lavorano quasi sessanta medici e ricercatori.

Il protagonista della nostra visita è il “sangue”, l’unico tessuto liquido del nostro corpo che svolge tante preziose funzioni: di trasporto, di difesa e di termoregolazione. Durante la visita, il dottor Francesco Arcioni ci ha spiegato come nella ricerca, il lavoro di squadra sia essenziale poiché molto è quello che ancora non conosciamo e solo lavorando insieme si comprende un errore o il funzionamento di un processo del nostro organismo che non si conosce bene. L’interscambio con altri centri di ricerca sia nazionali che internazionali è continuo per condividere risultati e suddividere le fasi del complesso e lungo lavoro di uno studio.

La ricerca è quindi essenziale per raggiungere nuovi traguardi, superare ostacoli e ci ha ribadito come anche noi ragazzi possiamo aiutare la ricerca studiando con curiosità e passione soprattutto le cose che sembrano difficili. Nei loro laboratori abbiamo osservato attraverso dei microscopi potentissimi, le cellule del sangue e la loro composizione e addirittura abbiamo visto un computer al lavoro mentre conta, mappa e rileva le cellule del sangue e le loro anomalie.

Questo super-microscopio riesce persino ad entrare nel cromosoma e rileva i suoi geni mutati. Abbiamo inoltre capito che anche il nostro cervello gioca un ruolo molto importante poiché produce delle sostanze benefiche che aiutano il processo di cura e guarigione. Le ricerche del centro: ora si stanno concentrando sul comprendere perché e come due persone malate che hanno lo stesso errore quindi nel codice genetico, abbiano due diverse evoluzioni cliniche della malattia. La ricerca come un motore che spinge e non si ferma mai!

 

Abbiamo intervistato Franco Chianelli fondatore del Comitato Daniele Chianelli, importante associazione che sostiene da più di 30 anni i bambini malati.

Tante sono le attività e le sfide che nel corso degli anni l’associazione ha raccolto e vinto: la scuola in ospedale, il residence, l’attività di ricerca e una grande attività di sensibilizzazione rispetto alle difficoltà affrontate per curarsi dai bambini e dalle loro famiglie, lontani dalle loro case. I bambini che negli anni sono stati curati provengono da mezza Italia e oggi anche da Ucraina, Marocco o Romania.

Negli ultimi mesi il centro sta costruendo altri appartamenti per ampliare l’accoglienza. Importante il nostro aiuto attraverso un piccolo gesto di solidarietà.

Franco ci confida che un pensionato di Bastia tutti i mesi dona 5 euro all’associazione. Ricorda ancora con emozione uno dei primi progetti 30 anni fa, una serie di telecamere collegate ai televisori delle camerette dei piccoli pazienti per parlare tra loro e fare lezione con i loro insegnanti della scuola in ospedale. Oggi ci appare una cosa normale con la tecnologia della quale disponiamo ma allora fu il primo centro in Italia a sperimentare questo originale modo “di far sentire a casa e a scuola” i piccoli. Addirittura riuscirono a scrivere tutti insieme una favola!

 

Abbiamo incontrato le maestre Raffaela e Catia di una scuola davvero speciale: la scuola in ospedale. Una scuola preziosa nata per poter continuare ad imparare mentre si è in cura. Per le maestre al suo interno è essenziale avere “una valigia ben fornita” con dentro tanti strumenti vecchi e nuovi, da tirare fuori al momento giusto, un po’ come faceva Mary Poppins. Il tempo più disteso, lento per conoscersi e fare le cose in modo graduale, ascoltando i bambini: ecco gli ingredienti essenziali per una ricetta unica. Una scuola che diventa laboratorio che accoglie bambini con tante storie, che provengono da paesi diversi e che spesso hanno anche età diverse.

La musica è una chiave che apre tante porte e permette ai bambini arrivati da poco tempo e non di lingua italiana, un modo per conoscersi senza barriere e confini. Anche la lettura ad alta voce, curata dalle insegnanti, è un’attività molto amata dagli alunni perché aiuta anche i più timidi ad esprimersi, intervenire e raccontarsi. Ci hanno poi descritto la loro aula piena di colori e con al centro un grande tavolo intorno al quale lavorano insieme nel piccolo gruppo. Una scuola tutta da raccontare piena di voci e tanti sogni.

La seguente pagina è stata redatta dagli alunni della primaria Gabelli, dirigente Isa Settembrini. Ecco i ragazzi reporter: Francisc Anghel , Aurora, Nicole, Maya, Laila, Godspower, Beatrice, Stephene, Alessandro, Daniel, Margherita, Teresa, Georgia, Mattia, Francesco, Luca, Gregorio, Michele, Mikhailo, Daphne , Pietro, Davide, Letizia, Petra, Stefania, Leonardo Roberto, Andrea, Lucio, Brigitte, Federico, Francesco, Anna Margherita, Giulietta, Rashell Catalina, Asia, Matteo, Giulio Samuele, Samuele. 

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